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I soldati russi rifiutano di combattere. “Uccisi presto”, la strategia suicida dei comandanti e gli infiltrati

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Cresce il numero di soldati russi che rifiuta di combattere in Ucraina. È quanto sostiene l’intelligence di Kiev che, in un post sul suo canale Telegram, afferma che diverse unità del 70° Reggimento delle Guardie motorizzato hanno rifiutato apertamente di prendere parte alle operazioni e hanno chiesto di tornare nelle aree dove erano dispiegate. 

 

 

Secondo l’intelligence, i comandanti starebbero facendo di tutto per nascondere questi casi di disobbedienza, con gli elementi meno cooperativi «inviati nelle zone più pericolose in prima linea nella speranza che siano uccisi presto». In questa situazione, il Servizio federale di sicurezza Fsb avrebbe deciso di infiltrare i reggimenti con «agenti e informatori».

 

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