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Vladimir Putin si gioca l'esistenza stessa della Russia: ecco perché non si fermerà la guerra in Ucraina

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La fine della guerra in Ucraina non è per nulla vicina. Ad alzare i toni dello scontro, anche dialettico, Dmitry Rodionov, direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell'Istituto dello Sviluppo innovativo considerato vicino al ministero della Difesa russo e uno dei consiglieri del presidente Vladimir Putin. L’intervento di Rodionov al Corriere della Sera fa ben capire che da parte della Russia non c’è la minima intenzione di fare marcia indietro e di rinunciare agli attacchi: “Bisogna andare avanti o sarà un fallimento. È in gioco la nostra esistenza. Se l’Ucraina non sarà denazificata e demilitarizzata fino in fondo, questa Operazione militare speciale verrà ricordata come un fallimento. Bisogna solo andare avanti. Mesi fa noi abbiamo ricevuto il compito di studiare diversi progetti teorici di spartizione dell’Ucraina. Ma il primo, ovvero la semplice liberazione del Donbass, ormai è superato dagli eventi e dall’ostinazione del regime di Kiev nel procrastinare la resa”.

 

 

Lo stretto consigliere di Putin va avanti, prospettando un destino nerissimo per l’Ucraina, che in queste dichiarazioni rischia di venire smembrata: “Ormai non è più in gioco l’esistenza delle due repubbliche separatiste filorusse, come le chiamate voi occidentali, ma l’esistenza stessa della Russia, come appare chiaro dall’escalation verbale di questi giorni. Questa è una operazione difensiva. Io sono tra quelli che per otto anni hanno implorato Putin di intervenire mandando le truppe in Ucraina. Ma lui riponeva ancora qualche speranza nell’Occidente. Adesso, finalmente, siamo alla rottura totale. Non si tratta più di impedire all’Ucraina di entrare nella Nato. Ma - conclude Rodionov - di creare una nuova nazione che ci protegga dalle manovre occidentali”.

 

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