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Putin perde pezzi: il manager Igor Volobuev lascia la Russia e si arruola con gli ucraini. L'accusa sui "suicidi" di Mosca

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Terremoto a Mosca, il vicepresidente di Gazprombank Igor Volobuev ha reso noto di aver lasciato la Russia lo scorso 2 marzo con l’intenzione di unirsi alle forze di difesa territoriale ucraine. Lo ha annunciato in una intervista a The Insider. 

"Non potevo rimanere a guardare quello che la Russia stava facendo al Paese in cui sono nato", ha affermato Volobuev, originario di Okhtyrka, nella regione di Sumy, nel nord est dell’Ucraina. Il manager 50enne è stato licenziato dopo aver lasciato il Paese, dopo una intera carriera trascorsa a lavorare con società del gruppo Gazprom dove si è occupato, nella direzione pubbliche relazioni, di denigrare il sistema di gasdotti che attraversano l’Ucraina con i clienti europei. "Questo crimine è commesso da Putin, dal governo russo, e anche dai russi. Non è Putin a uccidere gli ucraini, a saccheggiare le loro case, stuprare le donne in Ucraina. Sono i russi. E anche se sono di origine ucraina, anche io ne sono responsabile. Mi vergogno perché la mia responsabilità è doppia: non solo sono un russo, ma sono nato in Ucraina dove sono vissuto per 18 anni" attacca Volobuev nell'intervista.

 

Il manager punta anche il dito sulla serie di morti misteriose tra gli alti papaveri all'ombra del Cremlino. Ad esempio mette anche in discussione il suicidio dell’ex primo vice presidente di Gazprombank, Avaev, trovato morto a Mosca con la moglie e la figlia (pochi giorni prima della morte in Spagna dell’ex top manager di Novatek, Sergei Protosenya, anche lui morto con la moglie e la figlia, ndr), tutti presunti casi di omicidio-suicidio. "Al momento del suo presunto suicidio, era ancora primo vice presidente di Gazprombank. Non credo che fosse capace di uccidere la sua famiglia. Penso che sia stata una messa in scena. Perché? È difficile da dire. Potrebbe aver saputo qualcosa. Avrebbe potuto essere una minaccia".

 

Volobuev è almeno il quarto alto dirigente di società russe ad aver abbandonato il Paese dopo l’inizio della guerra, dopo l’ex primo vice presidente di Sberbank, Lev Khasis, la ceo di Yandex Elena Bunina e il vice Ceo di Aeroflot, Andrei Panov. Aveva lasciato la Russia lo scorso marzo anche l’inviato per il Clima del Cremlino, Anatoly Chubais.

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