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Otto e mezzo, il grido di dolore dell'attivista Sasha Romantsova: “Lotta per sovranità e democrazia”. L'esempio Ue

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Una toccante testimonianza durante la puntata del 15 marzo di Otto e mezzo. Nel talk show di La7 condotto da Lilli Gruber è ospite in collegamento dall’Ucraina Sasha Romantsova, numero uno dell’organizzazione senza scopo di lucro ‘Centro per le Libertà Civili’, che ringrazia gli europei per il loro aiuto nella guerra contro la Russia: “Ho grande rispetto sul fatto che voi state cercando di analizzare la nostra crisi e la guerra guardando quello che è il conflitto all’interno della Nato in generale. Non so che cosa sia successo bene, però credo che la Nato abbia delle ragioni e abbia dei requisiti per far entrare anche l’Ucraina. Il punto centrale è però che Vladimir Putin crede che l’Ucraina sia debole, vuole piantare la sua bandiera sul nostro territorio e avere la vittoria per delle situazioni interne alla Russia. Ma l’Ucraina non è un giocattolino di Putin, è un paese indipendente che vuole la democrazia ed un futuro democratico. Per questo stiamo combattendo, si tratta di una guerra per la nostra esistenza, non è una guerra per la Nato o no, questo non è il nostro problema, è un obiettivo sì e cercheremo di fare tutto il possibile, vincendo la guerra e poi adempiere a tutti i criteri per entrare nella Nato”.

 

 

“Adesso - prosegue come un fiume la Romantsova - stiamo lottando per la nostra indipendenza, per la nostra sovranità, per le nostre aspirazioni democratiche, per i nostri valori, vogliamo essere una società aperta. Ci sono altre società, come quella russa, che non vogliono questo. Ci sono anche altre libertà e delle responsabilità nei confronti dello stato e di altri paesi, non è questione di autorità, è questione di popolazione, io difendo i diritti umani, sono un’attivista. Il punto centrale non è la Nato o no. Noi abbiamo bisogno di aiuto da parte dei paesi dell'Unione Europea, i nostri partner democratici, perché voi - conclude dall’Ucraina - siete degli esempi di coesistenza tra Paesi democratici, quando la democrazia vince”.

 

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