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"Isole Chagos come le Falkland", l'altra crisi agita Boris Johnson: venti di guerra nell'Oceano indiano

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L'altra crisi internazionale è simbolica e si gioca nel mezzo dell'oceano, ma rischia per Boris Johnson di diventare come quella delle Falkland. L'isola di Mauritius in fatti ha "invaso" lo sperduto arcipelago delle Chagos nell'Oceano indiano, possedimento britannico. Con un blitz improvviso una nave del Paese africano è approdata alle Chagos e ha piantato nella sabbia il proprio vessillo. "Compiamo l'atto simbolico di alzare la bandiera come tante volte i britannici hanno fatto per stabilire le loro colonie. Solo che noi ora reclamiamo ciò che è sempre stato nostro", ha detto nella proclamazione l'ambasciatore mauriziano all'Onu.

 

La disputa risale al 1965, ricorda il Corriere, quando Mauritius, allora dominio britannico, acquistò l'indipendenza, Ma senza le Chagos, che Londra tenne per sé come avamposto strategico tra l'Africa orientale, il Medio Oriente e il Sudest asiatico. L'isola maggiore dell'arcipelago, Diego Garcia, è in affitto agli americani che vi hanno stabilito una base militare. Proprio dalla presenza militare americana nascono i problemi più recenti: quando vi si sono istallati  1.500 isolani furono costretti a espatriare.

 

Nel 2019 la Corte Internazionale di Giustizia aveva stabilito che il Regno Unito dovesse restituire le Chagos a Mauritius, ma Londra non ha mai ottemperato. Dopo "l'invasione" si attende però una reazione. 

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