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Violenza sessuale, la tennista cinese accusa l'ex vicepremier

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Il movimento #MeToo è da tempo approdato anche in Cina ma, per la prima volta, accuse di violenze sessuali coinvolgono direttamente i vertici del Partito comunista. La star del tennis Peng Shuai ha accusato l’ex vice premier Zhang Gaoli, oggi 75enne, di averla violentata e di avere poi avuto con lei una relazione extraconiugale durata diversi anni. Peng ha usato il social media Weibo, diffusissimo in Cina, per rivelare la sua storia.

Immediata la reazione della censura di Pechino, che ha cancellato il post, che ora non è più visibile, ma non abbastanza in fretta per impedire la sua circolazione tra gli altri utenti. Circa tre anni fa, ha raccontato la 35enne tennista, Zhang la invitò a giocare a tennis con lui e la moglie. Successivamente, la violentò all’interno della sua abitazione. «Non ho mai acconsentito, ho pianto tutto il tempo», ha scritto la tennista. Da quel momento ebbe inizio una «relazione» che terminò solamente quando Zhang fece la sua ascesa ai vertici del Partito comunista. Il suo timore, ha spiegato la donna, era di essere filmato durante gli incontri clandestini.

Zhang, che fino al 2018 ha fatto parte del Politburo del Partito comunista cinese, non ha rilasciato alcun commento sulla vicenda, che al momento si baserebbe solamente sulle accuse della Peng. La stessa tennista nel suo posto riconosce di non avere le prove a sostegno del suo racconto, ma di essere determinata a fare uscire allo scoperto «la verità». «Come un uovo che colpisce una roccia, o una falena la fiamma, corteggiando l’auto distruzione, io dirò la verità su di te», ha scritto la ex numero uno del ranking mondiale.

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