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Il disertore rivela i segreti della Corea del Nord: traffico di droga e armi per far godere Kim Jong-un

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Svelati i segreti più remoti della Corea del Nord. A mettere su pubblica piazza vizi e comportamenti illegali del paese guidato da Kim Jong-un è stato Kim Kuk-song, disertore di alto profilo che svelato alla Bbc le sue azioni al servizio delle agenzie di spionaggio di Pyongyang. Nel paese asiatico è stato costruito un laboratorio che si occupa della produzione di metanfetamine, con tre stranieri messi a capo della struttura. La produzione e il traffico di droga è uno dei maggiori business del regime, che si dedica anche alla vendita di armi ai regimi di ogni parte del mondo. 

 

 

Il disertore spiega poi che i fondi che giungono da tutte queste attività non vengono destinati alla popolazione, alle prese con un’economia triste: “Quei soldi appartengono al leader, che compra ville, macchine, cibo e vestiti”. Kim Kuk-song ha lasciato la nazione nel Nord nel 2014 per giungere a Seul, dove si è messo a disposizione dei servizi segreti per rivelare come agiscono “occhi, orecchie e cervello del leader supremo”. In passato, dal punto di vista della droga, eroina e oppio erano le due produzioni che andavano per la maggiore, ma ora il fiore all’occhiello è quello della metanfetamina. “Così eravamo in grado di incassare dollari, vale a dire quelli che ufficialmente erano definiti fondi rivoluzionari” da consegnare poi a Kim Jong-un” il racconto.

 

 

Uno dei migliori clienti della Corea del Nord è l’Iran, che acquista in particolare piccoli sottomarini e semisommergibili, con il rappresentante nordcoreano a Teheran che convocava i clienti iraniani nella piscina di casa sua per arrivare ad un accordo. Anche Libia, Siria, Sudan e Myanmar prendono le armi dal regime nordcoreano. Il tutto, riferisce La Stampa, è favorito da un’ampia rete di spie “presenti in Cina, Russia e Sud-Est asiatico. Il terrorismo è uno strumento politico che protegge la dignità della dinastia Kim e che gli omicidi dei traditori sono un regalo per dimostrare la lealtà del successore. Le spie di Pyongyang sono in grado di infiltrarsi ad alti livelli nelle istituzioni della Corea del Sud, compreso il palazzo presidenziale”.

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