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Allarme 11 settembre, Afghanistan a rischio Isis e Al Qaeda

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Una volta riconquistato il potere in Afghanistan, i talebani possono non garantire più alle formazioni jihadiste il sostegno offerto in passato. È molto più concreto il pericolo che gli studenti coranici decidano di chiudere un occhio di fronte alle trame di Isis e Al Qaeda.

I due gruppi terroristici hanno avuto con i talebani relazioni di natura opposta, conflittuali nel primo caso, di contiguità nel secondo. Entrambi, però, una volta completato il ritiro delle truppe occidentali e venuta meno la vigilanza delle autorità di Kabul, guadagnano un maggiore spazio di manovra per organizzare attentati all’estero.

 

 

 

 

 

Secondo una stima delle Nazioni Unite, Al Qaeda conserva ancora nel Paese uno zoccolo duro di 400-600 miliziani, che spesso combattono accanto ai talebani e li appoggiano con la fabbricazione di ordigni e la raccolta di finanziamenti. Più complesse le relazioni tra i talebani e la divisione dell’Isis in Afghanistan, che, secondo l’Onu, conta 2.200 miliziani armati concentrati nella provincia montana di Kunar, 
al confine con il Pakistan. Un ritorno dei talebani al potere può, dunque, offrire ai terroristi una chance di rialzare la testa.

Per questo il ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre e l’avvicinarsi delle festività religiose potrebbero ispirare attacchi estremisti. È l’avviso lanciato dal Dipartimento per la sicurezza nazionale in un’allerta terrorismo nel National Terrorism Advisory System Bulletin. Il DHS non ha citato alcuna minaccia specifica ma ha notato che gli Stati Uniti si trovano in un «ambiente di accresciuta minaccia», alimentato da fattori che includono estremisti violenti motivati da odio razziale ed etnico e risentimento per le restrizioni imposte durante la pandemia.

 

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