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"Sarò il presidente di tutti". Joe Biden acclamato dalla folla

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È il tempo di curare l’America. Dalla pandemia di coronavirus, certo, ma soprattutto dalle divisioni, delle "demonizzazioni", dal razzismo e dai toni aspri che hanno caratterizzato la campagna elettorale. Joe Biden sale per la terza volta in una settimana sul palco allestito al Chase Center di Wilmington, cittadina del Delaware dove vive, e lo fa da presidente eletto degli Stati Uniti. «Un onore che ricevo con umiltà», dichiara rivendicando però una vittoria "netta e convincente": «Le persone di questa nazione hanno parlato e hanno deciso che abbiamo vinto noi. Noi che abbiamo vinto con il maggior numero di voti mai dati a un presidente americano, 74 milioni».

Biden parla infatti senza che il presidente uscente Donald Trump gli abbia "concesso" la vittoria, né tantomeno gli abbia telefonato per congratularsi come avviene di solito. Nonostante le minacce di ulteriori azioni legali sul conteggio delle schede. Biden tira dritto e ribadisce la volontà di essere il presidente di tutti, che cerca «di non dividere, ma di unificare» una nazione in preda a una storica pandemia e a disordini sociali. «Da questo momento - aggiunge - non ci sarà blu e rosso in questo Paese (i colori di democratici e repubblicani, ndr). Esisteranno soltanto gli Stati Uniti. Vogliamo ricostruire la spina dorsale di questo Paese». Di fronte allo slogan trumpiano (mai citato nel suo discorso) "Make America great again", Biden cita Roosvelt, Kennedy, Obama: «Siamo a un nuovo momento storico, per restaurare l’anima americana. Da oggi saremo tutti insieme: democratici, repubblicani, gay, transgender, latinoamericani, afroamericani. Combattiamo tutti insieme per una nuova America, un’America unita».

Il presidente eletto, quasi 78enne, lancia un nuovo appello al termine di una campagna elettorale durissima: «Basta trattare gli avversari come nemici». «So che sarete delusi ma datemi un’opportunità», si rivolge agli elettori americani che non hanno votato per lui. «Sono un democratico orgoglioso ma governerò da presidente degli Stati Uniti», assicura. «È ora di mettere da parte la dura retorica, di abbassare la temperatura, di tornare a guardarci, di ascoltarci - esorta ancora - la Bibbia ci dice che c’è una stagione per tutto, un tempo per costruire, un tempo per raccogliere, un tempo per seminare e un tempo per curare. Questo è il tempo di sanare l’America».

 

 

Prima di tutto, la lotta al Covid. Biden annuncia che da lunedì creerà una task force di esperti e scienziati per mettere a punto un piano per debellare la pandemia. Ma lo sguardo del neo presidente, e della sua vice, Kamala Harris, è rivolto alle tensioni sociali che hanno caratterizzato gli ultimi anni dell’amministrazione Trump. Sul palco per prima è salita infatti la Harris, prima donna, e prima donna afroamericana a essere eletta vicepresidente, che ha citato l’attivista dei diritti umani John Lewis, morto lo scorso luglio: «La democrazia era in ballo in questa elezione. Proteggere la democrazia non è scontato ma è gioia e progresso. Noi abbiamo il dovere di costruire un futuro migliore». Nel suo discorso la Harris parla di diritti e traguardi di genere: «Penso a mia madre, indiana e immigrata. Penso a tutte le donne nere, latine, bianche, native americane, che lottano e hanno lottato sempre, che sono la spina dorsale di questa democrazia. Sono grata per la loro lotta e per la loro determinazione. Che coraggio che ha avuto Joe Biden ad abbattere le barriere e a scegliere una donna come suo vice. Ogni bambina - ha detto Kamala Harris - oggi ci osserva e pensa che questo è un mondo che offre delle possibilità. Sono la prima vicepresidente donna ma non sarò l’ultima».

Domani sarà un giorno migliore: ne è convinto Biden. Una volta insediato alla Casa Bianca (la cerimonia si terrà il 20 gennaio) ha infatti intenzione di firmare una serie di ordini esecutivi per cancellare alcune eredità del predecessore Donald Trump. L’ex vice presidente ha già annunciato che riporterà gli Usa nell’accordo sul clima di Parigi. Secondo il Washington Post, Biden firmerà decreti anche per riportare Washington nell’Organizzazione mondiale della sanità e abolirà il "travel ban", il bando sull’immigrazione in Usa da Paesi a maggioranza musulmana.

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