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George Floyd, due poliziotti accusati erano già stati sotto inchiesta

Il caso di Minneapolis infiamma gli Usa. E scende in campo anche la stella Nba LeBron James

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La morte durante l'arresto di George Floyd a Minneapolis ha sconvolto il mondo ed è l'ultimo caso  negli Stati Uniti in cui l'eccesso dell'uso della forza da parte della polizia nei confronti di un afroamericano porta a conseguenza tragiche. I media anglosassoni hanno cominciato a scavare sugli agenti licenziati dopo la morte dell'uomo e hanno scoperto che due di loro erano stati al centro di inchieste interne per il loro operato in servizio.

Il poliziotto che tiene il ginocchio sul collo di Loyd, Derek Chauvin, 44enne in servizio da quasi vent'anni, era finito sotto indagine per una sparatoria con morti nel 2006. Lo scrive il Daily Mail. Un altro degli uomini coinvolti, Tou Thao, avrebbe patteggiato una sanzione di 25mila dollari per uso eccessivo della forza tre anni fa.  

La vicenda ha riportato al centro del dibattito pubblico la questione razziale negli Usa. Tra i primi a scendere in campo sono stati i giganti dell'Nba. L'ex giocatore Stephen Jackson era un amoco di infanzia della vittima e lo ha ricordato sui social: ''Tutti sanno che ci chiamavamo l'un l'altro 'Gemello'. Era andato in Minnesota per cambiare la sua vita guidando camion, gli avevo mandato due o tre scatole di vestiti, stava facendo la cosa giusta. E voi avete ucciso mio fratello. Ora andrò a Minneapolis, farò tutto ciò che mi è possibile per non far passare la vicenda sotto silenzio''.

Tra i campioni intervenuti per denunciare gli eccessi della polizia contro gli afroamericani anche LeBron James  che ha postato una foto Colin Kaepernick inginocchiato durante l'inno nazionale per protesta contro la brutalità della polizia nei confronti delle minoranze accanto a quella di Floyd sotto il ginocchio del poliziotto.

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