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Mobbing e suicidi, condannati i vertici di France Telecom

Davide Di Santo
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Una scia di suicidi legati al mobbing. L'ex numero uno di France Telecom e due ex alti dirigenti della compagnia telefonica sono stati condannati per una politica di "molestie morali" legata a diversi suicidi tra i dipendenti negli anni 2000. Lo riferisce l'agenzia di stampa France Presse. Didier Lombard ha ricevuto la condanna a un anno, mentre gli altri due dirigenti, Louis-Pierre Wenes e Olivier Barberot, a otto mesi, pena sospesa. La compagnia, che oggi si chiama Orange, è stata condannata a pagare 75mila euro. La corte ha esaminato 39 casi di dipendenti che subirono pressioni, 19 dei quali si tolsero la vita. Altri 12 tentarono il suicidio. "France Telecom ha distrutto la sua vita e non gli ha lasciato scampo", ha detto Noémie Louvradoux, figlia di Remy, uno dei 35 dipendenti  che si sono suicidati tra il 2008 ed il 2009, deponendo al processo. Il caso di Louvradoux, che si è tolto la vita a 57 anni qualche giorno prima che la figlia compisse 18 anni, come ha detto la giovane donna ai magistrati, è stato indicato dagli avvocati come uno dei casi simbolo dell'ambiente tossico che era stato creato dalle politiche aziendali imposte nell'azienda che, in corso di privatizzazione, stava conducendo una ristrutturazione per tagliare costi e personale, almeno di un quinto. In azienda da tanti anni, Louvradoux aveva raggiunto un incarico più alto a livello locale, incarico che nel 2006 gli viene tolto per essere trasferito. Poi gli viene cambiato incarico quattro volte in tre anni, mentre il dipendente continuava a lavorare a livelli massimi per evitare altri spostamenti. Il suicidio "rimane l'unica soluzione", aveva scritto in una lettera ai suoi capi nel 2009. Nel processo Lombard ha sostenuto di non aver mai visto questa lettera, che molto probabilmente si fermò all'ufficio risorse umane. Hanno testimoniato anche altri familiari delle vittime. 

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