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"Meghan come Lady D", Harry furioso. La Gran Bretagna si spacca

Il principe d'Inghilterra fa causa ai tabloid per "bullismo” nei confronti della duchessa

Giada Oricchio
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Il principe Harry d'Inghilterra ha denunciato il “Mail on Sunday” e il media partner Associated Newspapers per “bullismo” nei confronti della moglie Meghan Markle: “Come mia madre Lady Diana! Non starò a guardare”. Harry rompe con la tradizione e con il rigido protocollo reale pubblicando, sul sito ufficiale dei Duchi di Sussex, un comunicato stampa al vetriolo: un j'accuse pesantissimo verso la stampa “senza scrupoli che distrugge le persone” e al tempo stesso una manifestazione pubblica di affetto verso “la gente che ci esprime solidarietà”. Una presa di posizione senza precedenti nella storia dei Windsor. Harry d'Inghilterra non ha fatto sconti nel lunghissimo e dettagliato comunicato stampa comparso sul sito ufficiale dei Duchi di Sussex. L'incipit è un elogio alla libertà di informazione, pietra angolare in cui la coppia crede, ma il resto è una sciabolata: “Sfortunatamente mia moglie è diventata una delle ultime vittime dei tabloid britannici, che si lanciano in campagne contro i gli individui senza pensare alle conseguenze – una campagna senza scrupoli che ha avuto un'escalation nell'ultimo anno, durante tutta la sua gravidanza e mentre accudiva nostro figlio appena nato. C'è un costo umano a questa inarrestabile propaganda, soprattutto quando è consapevolmente falsa e maliziosa, e sebbene abbiamo continuato a fare finta di nulla, non so dove iniziare a descrive quanto sia stata dolorosa. Finora non siamo stati in grado di correggere le continue falsità – cosa di cui alcuni rappresentanti dei media erano consapevoli e l'hanno sfruttata quotidianamente, a volte ora dopo ora. Per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere un'azione legale”. Il fratello minore di William fa riferimento al divieto per i membri della Royal Family di replicare pubblicamente alla stampa. Parole pesanti come macigni, indirizzate in particolare al “Mail on Sunday” e al media partner Associated Newspapers, colpevoli di aver pubblicato – in barba al “Data Protection Act 2018” che vieta la diffusione di informazioni personali -  spezzoni di una lettera inviata da Meghan al padre (lo invitava a non cercarla più e a smettere di parlare con i mass media): “Gli articoli positivi delle ultime settimane di quegli stessi tabloid mostrano il doppio standard usato da questi media che quasi quotidianamente negli ultimi nove mesi l'hanno denigrata. Per questi tabloid questo è un gioco, che non noi non abbiamo mai voluto giocare fin dall'inizio”. L'ira di Harry è nero su bianco: “Sono stato un testimone silenzioso della sua sofferenza in privato troppo a lungo. Stare in disparte e non fare niente andrebbe contro a tutto ciò in cui crediamo. Si arriva a un punto in cui bisogna scendere in campo contro questo comportamento, perché distrugge le persone, distrugge le loro vite. Detto chiaramente, questo è bullismo, che spaventa e silenzia la gente. Sappiamo tutti che non è accettabile, in qualsiasi caso. Non vogliamo e non crediamo in un mondo dove non si risponde di queste azioni (…). I costi della denuncia sono sostenuti privatamente dal Duca e dalla Duchessa di Sussex (così da evitare polemiche sull'utilizzo dei soldi dei contribuenti, nda). In caso di risarcimento, la somma sarà donata a una charity anti bullismo”. Ma la bomba è nascosta nelle righe dell'ultimo paragrafo del comunicato. Harry conferma le indiscrezioni che lo vogliono iper protettivo verso Meghan affinché non finisca nel tritacarne come la madre Lady Diana. All'epoca era un bambino e non ha potuto far niente, adesso è un adulto, marito e padre: “Anche se questa non è la mossa più prudente, è quella giusta. Perché la mia più grande paura è che la storia si ripeta. Ho visto cosa succede quando qualcuno che amo viene mercificato fino al punto in cui non viene più trattato o visto come una persona reale. Ho perso mia madre e adesso guardo mia moglie cadere vittima delle stesse potenti forze”. Il comunicato sta spaccando la Gran Bretagna in favorevoli e contrari.

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