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Nazismo, morta Edda Goering figlioccia di Hitler

La figlia di Hermann, numero due del regime, seppellita segretamente a Monaco di Baviera. Parlò sempre bene del padre

Maria Grazia Coletti
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È morta, all'età di 80 anni, Edda Goering, figlia del gerarca nazista Hermann Goering, comandante della Luftwaffe e designato a succedere a Adolf Hitler, condannato alla pena capitale al processo di Norimberga e che si suicidò alla vigilia dell'esecuzione (15 ottobre 1946). La figlia del braccio destro di Hitler è deceduta lo scorso 21 dicembre per cause imprecisate ed è stata seppellita segretamente in una tomba anonima in un cimitero di Monaco di Baviera. La notizia della scomparsa non era stata finora resa pubblica ed è stata confermata da alcuni responsabili politici locali ai media tedeschi in questi giorni. Edda (così chiamata in onore della figlia del dittatore fascista Benito Mussolini) era nata il 2 giugno 1938 ed era l'unica figlia di Hermann Goering, più volte ministro di Adolf Hitler e plenipotenziario del Reich, nata dal suo secondo matrimonio con l'attrice Emmy Sonnemann. Trascorse i primi anni di infanzia, durante la seconda guerra mondiale, nella tenuta di famiglia a Carinhall, in una foresta a nord-est di Berlino. Negli anni '50 studiò all'Università di Monaco e poi si impiegò in uno studio legale e successivamente lavorò come segretaria in un laboratorio di analisi in un ospedale e da allora ha sempre vissuto in Baviera con la madre, deceduta nel 1973. Edda Goering ha sempre parlato bene del padre nelle poche interviste rilasciate cercando di minimizzarne le responsabilità politiche, specie nell'Olocausto. Nel 1986 alla televisione svedese dichiarò: «Grazie all'attenzione all'amore dei miei genitori ho avuto un'infanzia piacevole». Per lei il padre è sempre rimasto un esempio di bontà. Diversissima invece la scelta di una sua cugina: Bettina Goering arrivò a farsi sterilizzare per non rischiare di generare «mostri». Nel 2014 Edda Goering fece una richiesta, senza successo, alle autorità della Baviera di poter rientrare in possesso di una parte di beni del padre confiscati dopo la guerra.

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