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Caos Brexit, si vota la fiducia alla May. Tra le ipotesi nuovi negoziati, no deal o referendum bis

Il primo ministro non si dimette e studia un piano B

Davide Di Santo
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Seppellita da una cascata di voti: la sconfitta peggiore per un esecutivo nei tempi moderni lascia la premier Theresa May forse non senza una maggioranza - lo si vedrà già oggi con la mozione di sfiducia del Labour che verrà votata in serata - ma in alto mare con Bruxelles. May ha incassato appena 202 voti favorevoli contro 432 contrari (118 "ribelli" Tories su 317, 248 laburisti su 262, tutti e 35 i deputati nazionalisti scozzesi dell'Snp e 5 indipendenti), ma che i conservatori abbiano effettivamente intenzione di abbattere anche il proprio esecutivo, aprendo la strada a delle possibili elezioni anticipate (lo scenario favorito dal leader laburista Jeremy Corbyn) rimane da vedere. Di fatto, subito dopo il voto May ha sottolineato come la bocciatura mostri che cosa non vogliono i deputati, ma non cosa vogliano: e dunque ha annunciato che - se il suo esecutivo sopravviverà alla mozione di sfiducia - avvierà dei colloqui con i vari partiti per accertare se vi sono altre proposte in grado di ottenere il consenso della Camera, colloqui che verranno affrontati con "spirito costruttivo" ma che - dato che il tempo stringe - che dovranno incentrarsi "su idee realmente negoziabili e che hanno un sostegno sufficiente all'interno della Camera". Se supererà la prova della mozione di sfiducia laburista May avrà tempo sino a lunedì per presentare il 'Piano B'. Si trova davanti varie opzioni: impegnarsi per tornare a negoziare a Bruxelles o chiedere un rinvio della data del divorzio. La bocciatura a Westminster apre anche alla possibilità di un no deal, un'uscita senza accordo, scenario temuto soprattutto dagli ambienti economici. "Ogni impresa sentirà che il no deal si avvicina, un nuovo piano è necessario immediatamente", ha commentato la presidente della Confindustria britannica, Carolyn Fairbairn. Per l'ex leader del partito euroscettico britannico Ukip, Nigel Farage, il Regno Unito si sta probabilmente dirigendo verso un secondo referendum sulla Brexit. Farage ha aggiunto che la leader conservatrice ha ricevuto il "trattamento che merita" a Westminster. "Prendiamo atto del voto del Parlamento britannico e lo rispettiamo: è troppo presto per valutare le conseguenze, ma certo non siamo ancora in uno scenario no deal", ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, aprendo la seduta dell'aula di Strasburgo per il dibattito su Brexit. Tajani ha ricordato che il voto di Westminster ha mostrato l'esistenza "di due maggioranze negative, una contro l'accordo e l'altra contro l'eventualità di un'uscita dall'Ue senza accordo, ma non c'è alcuna maggioranza positiva. Noi auspichiamo che si lavori a formare una maggioranza in favore di una soluzione condivisa e attendiamo di sapere come il Parlamento britannico intenda procedere". "Noi siamo ambiziosi in merito alle nostre relazioni future con il Regno Unito e abbiamo fiducia nel capo negoziatore Michel Barnier che ha condotto con intelligenza e sapienza il negoziato", ha concluso.  Lo scenario di un mancato accordo però esiste. L'uscita ordinata del Regno Unito dalla Ue "è la nostra priorità assoluta, ma nessuna ipotesi può esser esclusa, compreso quella che abbiamo sempre voluto evitare, ovvero il 'no-deal'", dice il capo negoziatore della Ue Michel barnier, intervenendo al Parlamento europeo. "Mancano 10 settimane al 29 marzo - ha aggiunto Barnier - oggi non è mai stato così forte il rischio di 'no-deal'. Cercheremo di evitarlo, ma è nostra responsabilità anche essere lucidi e pronti a questa eventualità. In tempo strettissimi potremmo essere chiamati a varare misure d'urgenza".  

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