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Jihadisti rapiscono Padre Maccalli. Il sacerdote era in missione in Niger

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona

Carlo Antini
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Nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 settembre, è stato rapito da presunti jihadisti attivi in Niger, padre Pierluigi Maccalli, della Società delle Missioni Africane (SMA). A darne notizia l'agenzia Fides tramite padre Mauro Armanino, missionario a Niamey. “Da qualche mese la zona si trova in stato di urgenza a causa di questa presenza di terroristi provenienti dal Mali e il Burkina Faso”, aggiunge. Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d'Avorio per vari anni, si trova nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. Da tempo mette insieme evangelizzazione e promozione umana: scuole, dispensari e formazioni per i giovani contadini. Attento alle problematiche legate alle culture locali, aveva organizzato incontri per affrontare temi e contrastare pratiche legate alle culture tradizionali, tra le quali anche la circoncisione e l'escissione delle ragazze, attirandosi anche una certa ostilità. Potrebbe essere questo - notano fonti locali riportate da Fides - uno dei moventi per il rapimento, avvenuto una settimana dopo il suo rientro da un tempo di riposo in Italia. La Missione Cattolica dei Padri Sma si trova in zona Gourmancé (Sud-Ovest) alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey. La missione è presente dagli anni '90, e i villaggi visitati dai missionari sono più di 20, di cui 12 con piccole comunità cristiane, distanti dalla missione anche oltre 60 km. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo in relazione al rapimento di padre Pierluigi Maccalli avvenuto la notte tra lunedì 17 e martedì 18 settembre in Niger per mano di un gruppo di presunti jihadisti. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Sergio Colaiocco.

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