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Puigdemont si consegna in Belgio con gli ex ministri

Attesa una decisione sull'arresto. Nel frattempo rilasciati su cauzione

Silvia Sfregola
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Sono ore di interrogatori e di attesa per l'ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, e per i suoi quattro ex ministri. I cinque si sono consegnati questa mattina alla polizia belga dopo che la Procura di Bruxelles ha notificato loro il mandato di arresto europeo spiccato da Madrid: sono accusati di ribellione, sedizione e malversazioni a seguito della dichiarazione di indipendenza della Catalogna. Un portavoce della Procura ha spiegato che Puigdemont e i suoi quattro ex ministri si sono presentati spontaneamente in mattinata nel commissariato di Rue Royal 202 a Bruxelles, accompagnati dai loro avvocati. Non in procura, dove erano attesi anche da una folla di giornalisti. Dopo la notifica, Puigdemont e i suoi quattro ex ministri sono stati rilasciati su cauzione. Poco dopo sono stati trasferiti dal commissariato alla sede della Procura di Bruxelles, dove rimangono in "detenzione", quindi "senza libertà di movimento" e costretti a rimanere nell'edificio, ma non in una cella. In queste ore un giudice istruttore li sta ascoltando individualmente: entro 24 ore deciderà se confermare il loro arresto. Il termine ultimo per la decisione del giudice è fissato per le 9.17 di domattina, ma è possibile che venga comunicata tra entro le 22 di questa sera. "Per designare un giudice che entri nel merito della questione, le persone ricercate devono essere private della libertà. Da quel momento potranno comparire davanti a un giudice", aveva in precedenza chiarito il portavoce della Procura di Bruxelles, Gilles Dejemeppe. La Procura federale ha trasferito i mandati europei a quella di Bruxelles sabato notte perché, ha spiegato, "è molto probabile" che le persone ricercate si trovino nella capitale. Insieme a puigdemont, vi sono gli ex ministri Antoni Comín (Salute), Clara Ponsatí (Istruzione), Lluís Puig (Cultura) e Meritxell Serret (Agricoltura). Se il giudice istruttore "ritiene di non doverli liberare, saranno condotti in prigione". Il processo continuerà quindi in Camera di Consiglio di Bruxelles, tribunale di prima istanza, che ha tempo 15 giorni per pronunciarsi. In caso di ricorso degli interessati i tempi si prolungano di 60 giorni, fino a un massimo di 90 per circostanze eccezionali. In questo caso, puigdemont non sarebbe consegnato alla Spagna prima del 21 dicembre, quando sono state convocate le elezioni regionali in Catalogna. Ieri lo stesso Puigdemont si era proposto come candidato alla presidenza e aveva lanciato un appello per una lista unitaria di tutte le formazioni indipendentiste. Oggi il suo partito, il PDeCAT, lo ha proposto come leader della futura lista, nella quale figurerebbero "tutti i prigionieri politici". Il manifesto per un'alleanza ha superato le 80mila adesioni online. Secondo un sondaggio realizzato da Gad3 per il quotidiano La Vanguardia, il fronte indipendentista catalano potrebbe raggiungere o avvicinarsi moltissimo alla maggioranza assoluta del Parlamento regionale. I voti della sinistra repubblicana Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), insieme a quelli del Pdecat, il partito di puigdemont, e quelli degli indipendentisti di estrema sinistra della Cup (Candidatura d'Unitat Popular), porterebbero alla conquista di 66 seggi in assemblea, quando la maggioranza assoluta è di 68.

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