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La Corte Suprema sospende l'estradizione di Cesare Battisti

I giudici: "Serve tempo"

Silvia Sfregola
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La Corte suprema del Brasile ha emesso ieri una misura cautelare che impedisce temporaneamente l'estradizione dell'ex terrorista Cesare Battisti condannato all'ergastolo per quatto omicidi commessi negli anni '70 in Italia. Il procedimento di fatto è stato congelato e il caso adesso si complica: il membro del Supremo Tribunale Fedeale, Luis Fux, gli ha concesso una misura cautelare che blocca la possibilità di estradarlo almeno fino al 24 ottobre, data in cui la Suprema Corte brasiliana si riunirà per decidere sull'habeas corpus richiesto dagli avvocati difensori dell'ex terrorista. La decisione arriva il giorno dopo in cui il ministro della Giustizia brasiliano Torquato Jardim aveva accusato Battisti di aver "violato la fiducia" del Brasile con il suo tentativo "sospetto" di attraversare il confine con la Bolivia. Parole che confermerebbero anche la convinzione del presidente Michel Temer di autorizzare l'estradizione dell'ex terrorista. Dal canto suo, in un'intervista, l'ex terrorista ha dichiarato di essere convinto di avere diritto a restare in Brasile "perché in prescrizione dal 2013 e non si può tornare dopo cinque anni". "Come può un Paese accogliermi, permettermi di crearmi una famiglia, affetti, professione, e poi dire basta, ora te ne vai'? Che mostruosità è?", ha chiesto l'ex terrorista che non ha esitato a definire l'Italia "un Paese arrogante".

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