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Dopo l'Austria ecco l'Ungheria di Orban: "L'Italia deve chiudere i porti ai migranti"

Davide Di Santo
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"L'Italia dovrebbe chiudere i propri porti per arginare il flussi migratori in Mediterraneo". Dopo le minacce dell'Austria - Vienna è pronta a chiudere il Brennero se non si fermeranno i trasferimenti, ritenuti "illegali", di migranti da Lampedusa alla terraferma - arriva la lettera del primo ministro ungherese Viktor Orban, paladino anti immigrazione. Ha scritto una lettera, insieme agli altri tre leader del Gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia), indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Stiamo seguendo con grande attenzione gli sviluppi del flusso migratorio", scrivono i quattro leader, che esprimono l'intenzione di sostenere la proposta dei ministri dell'Interno di Italia e Germania, per i quali "il flusso migratorio deve essere fermato in Libia".  "Il nostro approccio si basa su una verifica effettiva delle cause dei flussi migratori e si riflette nelle nostre politiche secondo cui la grande maggioranza dei flussi è composta da migranti economici - si legge nel documento - Crediamo che i veri richiedenti asilo dovrebbero essere identificati prima di entrare nel territorio dell'Unione europea. L'Ue e i suoi paesi membri dovrebbero stanziare risorse finanziarie per creare delle condizioni sicure e nel rispetto degli standard umanitari in hotspot e strutture di accoglienza al di fuori del territorio dell'Ue. I paesi del V4 sono pronti a dare un contributo significativo nello spirito di solidarietà". I quattro tuttavia "escludono azioni e strumenti che potrebbero creare un rafforzamento dell'immigrazione, in particolare il meccanismo compulsivo e automatizzato di ricollocamento". La risposta di Gentiloni non si è fatta attendere: "Noi facciamo il nostro dovere, pretendiamo che Europa intera lo faccia al fianco dell'Italia e non accettiamo improbabili lezioni o minacce come quelle che abbiamo ascoltato nei giorni scorsi al nostro Paese", ha commentato il premier intervenendo a Torino alla cooperativa Piergiorgio Frassati. 

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