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G20, c'è l'accordo fra Putin e Trump sulla tregua in Siria

Da sinistra Vladimir Putin e Donald Trump

Silvia Sfregola
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La notizia principale che esce dal primo giorno di G20 ad Amburgo, in Germania, è il primo faccia a faccia fra Donald Trump e Vladimir Putin. Da cui è venuto fuori un accordo: per una tregua nel sudovest della Siria concordato anche con la Giordania, con cui confinano le zone interessate (Daraa, Al Quneitra e As-Suwayda), a partire da domenica 9 luglio; e per l'istituzione di un canale bilaterale Usa-Russia per provare a risolvere il conflitto in Ucraina. Quanto al summit vero e proprio, invece, la strada verso il comunicato finale è ancora lunga e difficile, soprattutto sul tema del commercio. In un aggiornamento di fine giornata la cancelliera tedesca Angela Merkel, che fa gli onori di casa, ha dichiarato: "Sulla questione del commercio, praticamente tutti credono che ci serva un commercio libero ma anche equo" tuttavia "posso prevedere che, per quanto riguarda il commercio nel comunicato, gli sherpa hanno molto lavoro da fare stanotte perché sul tema le discussioni sono molto difficili". L'unità è stata registrata invece sulla Corea del Nord, con il G20 che chiede al Consiglio di sicurezza Onu una risposta proporzionata all'ultimo test missilistico, e sul terrorismo, con l'impegno dei leader a rafforzare la cooperazione in questo ambito. L'incontro Trump-Putin è durato, a sorpresa, oltre due ore e fra i due leader i toni, nella parte aperta ai giornalisti, sono stati cordiali: entrambi si sono detti onorati di incontrarsi e Trump ha parlato di colloqui «molto buoni». Due le strette di mano fra i leader: una era arrivata già in mattinata, prima dell'inizio della prima sessione di lavoro del summit, sotto gli occhi del premier giapponese, Shinzo Abe, e del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker; la seconda, breve ma decisa, appunto, durante il bilaterale. Sul tavolo, come ha riferito lo stesso Putin, Siria, Ucraina, terrorismo e cyber-crime. Ma il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, che era presente all'incontro insieme al ministro degli Esteri Sergey Lavrov, ci ha tenuto a sottolineare che si è discusso anche di Russiagate: ha detto che i due hanno avuto uno "scambio molto vigoroso e lungo" sull'interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali Usa del 2016. Trump "ha pressato Putin in più di una occasione a proposito del coinvolgimento russo. Il presidente Putin ha negato un coinvolgimento del genere", ha dichiarato Tillerson. Il faccia a faccia era cominciato intorno alle 16 e si è prolungato fino a dopo le 18. Circa sei minuti dopo l'inizio della riunione era stato consentito l'accesso ai giornalisti nella sala e, tanto Trump quanto Putin, si sono mostrati soddisfatti della parte di confronto che si era già svolta e speranzosi per la seconda parte. "Il presidente Putin e io abbiamo discusso di diverse cose e penso che stia andando molto bene", ha detto Trump, parlando seduto a fianco del leader del Cremlino. "Abbiamo avuto colloqui molto buoni. Avremo un colloquio adesso e ovviamente questo continuerà. Non vediamo l'ora che succedano molte cose molto positive per la Russia, per gli Stati Uniti e per tutti i coinvolti. Ed è un onore essere con lei", ha dichiarato ancora Trump. Poi la parola è passata a Putin, il quale ha dichiarato: "Abbiamo parlato al telefono diverse volte ma una conversazione telefonica non è mai abbastanza". "Sono contentissimo di potere incontrarla personalmente, signor presidente" ha aggiunto, esprimendo la speranza che dall'incontro sarebbero scaturiti risultati.

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