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Francia al ballottaggio, Macron ha la maggioranza assoluta. Le Pen entra in Parlamento per la prima volta

Davide Di Santo
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Emmanuel Macron ce l'ha fatta: dopo l'Eliseo conquista anche il Parlamento, e nella nuova Assemblea nazionale ottiene la maggioranza assoluta a cui aspirava per portare avanti le riforme promesse. Seppur con numeri meno alti di quanto ci si aspettasse (i sondaggi predicevano per lui fra 400 e 460 dei 577 seggi da cui è composta la Camera francese), il presidente più giovane della storia di Francia incassa, a seconda delle stime, fra 364 e 403 seggi, insieme all'alleato di governo Modem; ma La Republique En Marche otterrebbe un numero di seggi sufficiente ad avere la maggioranza anche senza il partito di François Bayrou, che nel governo ha due ministri. Oltre alla vittoria di Macron, l'altro dato macroscopico di questo secondo turno delle legislative francesi è però l'astensione, che potrebbe essere la più alta della Quinta Repubblica per questo tipo di elezioni: secondo una stima Elabe citata da Bfmtv, l'affluenza è stata del 42%, dunque non sarebbe andato alle urne il 58%; finora il record di astensione nella Quinta repubblica è detenuto dalle europee del 2009, quando non si recò ai seggi il 59,37%. Marine Le Pen entra per la prima volta in Parlamento, eletta nella circoscrizione di Pas de Calais, ma il suo Front national vince solo una manciata di seggi: almeno sei, ha riferito lei stessa; fra sei e otto per le stime degli istituti statistici; ma in ogni caso ben al di sotto dei 15 deputati necessari a potere formare un gruppo parlamentare. Insieme a lei entra nell'emiciclo il compagno, Louis Aliot, mentre resta fuori il numero due del Front national Florian Philippot. Macron batte entrambi i partiti che, prima della sua discesa in politica con En Marche, avevano governato la Francia. I conservatori di Les Republicains, che si attestano come seconda formazione nell'aula, secondo le stime otterrebbero insieme a Udi e ad altri partiti di destra 131 seggi. «I nostri eletti avranno la responsabilità essenziale di incarnare la prima forza di opposizione», ha detto il leader dei Republicains François Baroin, ammettendo che «il verdetto delle urne è chiaro» e «i francesi hanno voluto dare una netta maggioranza al presidente della Repubblica». Ma oltre che battuti i conservatori saranno anche spaccati, fra chi porterà avanti la linea dell'opposizione a Macron e chi invece sceglierà di appoggiarlo. Terremoto annunciato fra i socialisti: decimati, insieme ad altre formazioni di sinistra otterrebbero a seconda delle stime fra 30 e 44 seggi; e, prendendo atto della sconfitta, Jean-Christophe Cambadélis ha annunciato le sue dimissioni da segretario del partito. Quanto a Jean-Luc Melenchon, entra in Parlamento eletto nella circoscrizione di Marsiglia, e il suo La France insoumise, otterrebbe almeno 19 seggi. «La vittoria è chiara» e il governo «lavorerà con umiltà e determinazione», ha affermato il premier Edouard Philippe, facendo un inevitabile riferimento all'astensione altissima: «L'astensione non è mai una buona notizia per la democrazia. Le cause sono diverse e dovremo analizzarle tutte» ma «il governo la interpreta come compito di dovere portare a termine il suo programma». Poco prima di lui, invece, Melenchon aveva definito «l'astensione schiacciante» una «buona notizia» con un «significato politico e offensivo, cioè che il nostro popolo è entrato in una forma di sciopero generale civico»; a suo parere «un'energia disponibile» perché la sua formazione possa «tornare sul campo di battaglia».

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