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Nuovi guai per Trump. Il Nyt: chiese all'Fbi di insabbiare il Russiagate

Davide Di Santo
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Il presidente americano Donald Trump ha chiesto all'allora direttore dell'Fbi James Comey di porre fine all'indagine sui legami tra l'ex consigliere di sicurezza nazionale della Casa Bianca Michael Flynn e la Russia. A riferirlo una fonte, citata dal New York Times, che ha visionato un promemoria scritto proprio dall'ex capo del Bureau. Il nuovo sviluppo arriva in una settimana già tumultuosa per Trump, che martedì scorso ha deciso di licenziare lo stesso Comey, colpevole, a suo dire, di non aver fatto un buon lavoro. Ed è di ieri la notizia che il presidente avrebbe rivelato informazioni top secret sullo Stato islamico al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, accuse che il presidente Usa ha rispedito al mittente. As President I wanted to share with Russia (at an openly scheduled W.H. meeting) which I have the absolute right to do, facts pertaining....— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 16 maggio 2017 Il memo di Comey ha generato allarme a Washington e sollevato domande su Trump e una sua presunta volontà di interferire in un'indagine federale. La Casa Bianca ha smentito rapidamente questa versione dei fatti, affermando in una dichiarazione che "non è un ritratto veritiero o accurato della conversazione tra il presidente e il signor Comey". L'ex capo dell'Fbi ha scritto la nota al termine di un incontro con Trump nello Studio ovale, avvenuto il giorno dopo il licenziamento di Flynn che era stato accusato di aver mentito al Vicepresidente Mike Pence in merito all'estensione delle sue conversazioni lo scorso anno con l'ambasciatore russo Sergei Kislyak. "I hope you can let it go", "Spero che tu possa lasciar perdere", avrebbe detto Trump a Comey, secondo una fonte che ha familiarità con il contenuto del promemoria. Il presidente rischia così un'accusa di "intralcio alla giustizia" che può portare a una richiesta di impeachment, ovvero alla messa in stato di accusa. Il paese su questo è spaccato: secondo un sondaggio condotto da una società democratica, Public Policy Polling, il 48% degli intervistati si è detto favorevole alla messa in stato di accusa del presidente, contro il 41% che si oppone a un simile scenario.  Con Donald all'angolo salgono sul ring vecchi nemici come il regista e attivista Michael Moore che annuncia un documentario esplosivo sul presidente Trump. Si intitola "Fahrenheit 11/9", proprio come la pellicola che Moore ha dedicato alla presidenza di George W. Bush, "Fahrenheit 9/11", ma con mese e anno invertiti, in riferimento, rispettivamente, al giorno dopo l'Election Day americana dello scorso 8 novembre e agli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre. L'annuncio è stato dato da Cannes dalla Weinstein Company (Twc) che se ne è assicurata i diritti mondiali, in occasione della 70esima edizione del festival del cinema che nel 2004 premiò "Fahrenheit 9/11" con la Palma d'oro. 

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