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Obama grazia Chelsea Manninggola profonda di WikiLeaksAssange verso l'estradizione

L'ex analista militare sarà scarcerato a maggio dopo due tentativi di suicidio. La promessa dell'attivista australiano: se lo liberate mi consegno

Davide Di Santo
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Colpo di scena nella vicenda WikiLeaks. Venerdì scorso Julian Assange dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2002 aveva detto che si sarebbe consegnato alle autorità americane se Barack Obama avesse dato la grazia a Chelsea Manning, l'ex militare transgendere nato col nome di Bradley, principale fonte di documenti riservati di WikiLeaks. Ebbene, la grazia è arrivata: il presidente uscente degli Stati Uniti ha commutato la pena di Chelsea Manning, che sarà liberata in maggio. L'ex analista dell'intelligence militare è stato condannato a 35 anni di carcere con l'accusa di aver passato documenti al sito diretto da Assange. La decisione di Obama è arrivata dopo due tentativi di suicidio in carcere da parte di Manning, recluso in un penitenziario maschile. Nei giorni scorsi Edward Snowden aveva lanciato un appello a Obama per la liberazione di Manning. Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, si era detto pronto a consegnarsi alle autorità Usa se Obama avesse graziato Manning. Promessa non ripetuta nei messaggi di felicitazioni dopo l'annuncio della grazia a Manning.

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