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La volontaria vip e il toyboy immigrato Sesso e solidarietà all'ombra della giungla di Calais

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"Ho lasciato mio marito, il mio lavoro, la mia famiglia per fare la volontaria nella giungla di Calais". Così nel 2015 Clare Mosely raccontava al Guardian la sua storia. Una storia da indicare come modello per i tanti che, seduti comodamente sulle proprie poltrone, guardavano indifferenti a cosa succedeva a due passi dalla cittadina francese. Lei no. Clare si era rimboccata le maniche ed era scesa in campo e aveva fondato l'associazione Care4Calais. Ora però, la sua storia da "libro Cuore", rischia di macchiarsi in maniera indelebile. Già lo scorso anno i media britannici avevano rilanciato la notizia di volontari che si erano resi protagonisti di episodi di "sfruttamento sessuale" nei confronti degli immigrati che si trovavano nel campo profughi alle porte della cittadina francese. Sull'argomento, da tempo, Clare aveva dettato la linea: tolleranza zero, niente rapporti tra volontari e rifugiati. Peccato che la prima a vivere una storia d'amore con un immigrato era proprio lei. A svelarlo in questi giorni è il Sun che racconta di come la donna, 46 anni, abbia avuto una relazione con un tunisino di 27 anni, Mohamed Bajjar, che le faceva da interprete e guardia del corpo. Secondo il quotidiano tutti sapevano della storia e li consideravano praticamente come "marito e moglie". Bajjar avrebbe anche provato a ricattare Clare minacciandola di svelare tutto al marito. Lei, oggi che la storia è finita, lo avrebbe accusato di tentata truffa.  L'associazione Care4Calais si limita a ribadire che la priorità resta quella di aiutare e proteggere i rifugiati che si trovano a Calais e nulla li può distrarre da "questa missione vitale". Proprio nulla? Sicuri?

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