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Il primo discorso di Donald Trump: "Sarò il presidente di tutti"

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Forse nemmeno lui ci credeva fino in fondo. Forse neanche lui, alla vigilia di questo storico 8 novembre, pensava che ce l'avrebbe fatta. È stata una lunga notte ma adesso Donald Trump può festeggiare. E lo fa con i suoi supporter radunati all'interno dell'hotel Hilton. Il tycoon aveva organizzato un party ad inviti, probabilmente anche perché non immaginava che, alla fine, ci sarebbe stato qualcosa da celebrare. Il 45° presidente degli Stati Uniti si presenta subito dopo aver ricevuto la telefonata di Hillary Clinton che ha riconosciuto la sconfitta. Ed è a lei che vanno le sue prime parole. "Mi dispiace di avervi fatto aspettare - esordisce - ma la questione era un po' complicata. Ho appena ricevuto una chiamata dal segretario Clinton che si è congratulata con noi e io mi sono congratulato con lei e la sua famiglia per una campagna molto dura in cui ha combattuto con le unghie e con i denti. Dobbiamo essere grati a Hillary Clinton per quello che ha fatto per il nostro Paese". Parole che mostrano un radicale cambiamento rispetto ai toni utilizzati in campagna elettorale. Non a caso, subito dopo aver reso l'onore delle armi all'avversari, Trump si rivolge al Paese: "È giunto il momento di curare le ferite della divisione. Repubblicani e Democratici devono riunirsi in un popolo solo, e io mi impegno ad essere il presidente di tutti gli americani. Mi rivolgo a quelli che non mi hanno appoggiato in passato, e non li biasimo. A voi mi rivolgo per ricevere indicazioni per essere un unico paese". The Donald ci tiene a sottolineare che questa non è la sua vittoria. Ma è la vittoria di "un grande movimento che raccoglie americani tutte le razze e religioni. Un movimento a servizio del popolo che lavorerà per ricostruire la nostra nazione". Il resto, oltre ai ringraziamenti di rito, sono spezzoni di programma: "gli uomini e le donne dimenticati di questo paese non lo saranno più", "raddoppieremo la crescita e creeremo la più forte economia del mondo",  "andremo d'accordo con tutti e creeremo una rete di rapporti con gli altri paesi". "Non c'è nessun sogno troppo grande, nessuna sfida troppo grande che possa mettere a rischio il nostro futuro - conclude -Dobbiamo sognare in grande". Perché i sogni, lui lo sa bene, son desideri. Che a volte si realizzano.

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