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Superbonus 110, ecco il taglio del governo Meloni. Premier e Giorgetti: "Buco da 38 miliardi"

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La premier Giorgia Meloni difende la stretta sul Superbonus 110. A partire dal prossimo anno sarà un "Superbonus 90", perché quello vecchio "ha creato un buco di 38 miliardi di euro" e ne andavano "corrette le distorsioni", dice la presidente del Consiglio, archiviano così una delle misure simbolo del governo Conte, che era già stata messa in discussione da Mario Draghi. Allora come oggi, il leader del Movimento 5 Stelle non ci sta e grida al tradimento del "patto con famiglie e imprese". A mediare potrebbe essere Forza Italia, che annuncia modifiche in Parlamento per un'applicazione graduale e soft della nuova norma.

In mattinata Meloni convoca una conferenza stampa per illustrare nel dettaglio i contenuti del nuovo decreto Aiuti approvato ieri in Consiglio dei ministri. E parlando della misura per le ristrutturazioni edilizie ammette che "ne abbiamo sempre condiviso le finalità, ma il modo con cui è stata realizzata ha creato molti problemi e difficoltà". Il superbonus al 110% "non ha funzionato, la copertura ha creato una deresponsabilizzazione: non ci si è chiesti se il prezzo dei lavori era congruo e questo ha portato a un aumento dei prezzi delle materie prime. Inoltre il beneficio è andato prevalentemente a favore dei ceti medio-alti", attacca la premier. Ma soprattutto "segnalo a chi ha fatto la campagna elettorale dicendo che il Superbonus consente di ristrutturare casa gratuitamente che questo 'gratuitamente' pesa sulle casse dello Stato per circa 60 miliardi di euro e ha creato un buco di 38 miliardi".

Meloni lo dice per prevenire le critiche che si aspetta dal M5S e da Giuseppe Conte, che puntualmente arrivano. "Il Governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese, danneggiando chi aveva già programmato investimenti. Non solo agisce in perfetta linea di continuità con il Governo Draghi, quanto piuttosto rafforza il boicottaggio di questa misura. E meno male che la Meloni era all'opposizione", è la replica affidata a Facebook dal presidente del Movimento. Anche per il Pd si tratta di un "intervento a gamba tesa e senza strategia" con "nessuna soluzione sullo sblocco dei crediti". afferma Chiara Braga, responsabile transizione ecologica e infrastrutture dei dem. E più o meno sulla stessa linea si schierano i costruttori: "Cambiare le regole del superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi", quelli cioè "delle periferie e delle fasce meno abbienti che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi", spiega la presidente dell'Ance Federica Brancaccio, chiedendo "un confronto con il governo in modo serio e responsabile per evitare che a pagare siano i più deboli e le imprese regolari".

Gli imprenditori edili attendono anche chiarezza sullo sblocco dei crediti incagliati, "per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità" e "un aumento della disoccupazione". Ma sul punto il ministro dell'Economia Giorgetti non sembra disposto a fare troppe concessioni. "Voglio dire che la cessione e la cedibilità del credito di imposta è una possibilità, non un diritto. Chi vorrà fare questi interventi ha la certezza di poter usufruire di detrazioni negli anni, ma non di poter cedere il credito di imposta, altrimenti avremmo creato una moneta che non è stata creata", spiega, osservando tuttavia che "dobbiamo creare degli spazi affinché i crediti di imposta esistenti possano essere scontati dal bilancio dello Stato. Quando questa misura è stata studiata era un momento di emergenza e forse non era stato valutato l'impatto".

Un punto di caduta potrebbe essere trovato all'interno della stessa maggioranza di governo. Per Forza Italia è "doveroso dare delle certezze agli operatori del settore e non cambiare continuamente il quadro" e "lavorerà per spostare la data di scadenza delle agevolazioni almeno di un mese per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti", annunciano i presidenti dei gruppi parlamentari azzurri, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, anticipando l'intenzione di presentare "in Parlamento un emendamento ad hoc, anche per garantire un tempo di transizione adeguato. Ma non solo" - avvisano - perché, pur "condividendo la ratio economica delle modifiche", bisogna avviare "subito un tavolo con le associazioni di categoria" e "scongiurare il collasso del comparto dell'edilizia", con "un tempestivo intervento mirato allo sblocco dei crediti fiscali maturati".

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