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Inflazione, il monito di Carlo Cottarelli: “Nei prossimi mesi potrebbe salire ancora”

Luigi Frasca
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«È un dato che segue la dinamica dei mesi precedenti. Credo che l'inflazione potrebbe andare ancora sù. Ovviamente questa crescita dipende da un insieme di fattori. Le banche centrali, Bce e Fed, stanno aumentando i tassi molto lentamente per paura che ci possa essere una recessione. Ora la Bce è riuscita a calmare la situazione con l'annuncio di uno scudo anti-spread ma mancano ancora i dettagli sul piano». L'economista Carlo Cottarelli, interpellato dall'agenzia Agi, vede una linea di continuità con la tendenza degli ultimi mesi nei dati sull'inflazione di giugno nell'eurozona e in Italia, che segnano una nuova e sostenuta crescita di entrambi gli indicatori. Per Cottarelli l'accelerazione dei prezzi al consumo colpisce in particolare chi ha salari a reddito fisso e i risparmiatori, facendo guadagnare i debitori. Rischia di diventare dunque «una tassa ingiusta».

 

 

Tante le componenti che incidono sulla corsa dei prezzi al consumo in Europa: la guerra in Ucraina, la crescita del costo delle materie prime, lo spettro della recessione. Cottarelli però ricorda: «Il grosso della crescita del costo delle materie prime era avvenuto anche prima della guerra, i prezzi dei metalli ad esempio ora sono scesi». Secondo l'economista il problema «è più generale, c'è stata un'uscita dal Covid molto rapida spinta da politiche espansive, forse troppo. Siamo su livelli di inflazione che in Usa non si vedevano dalla fine degli anni 70, allora loro rientrarono con la recessione».

 

 

Resta una differenza, talvolta marcata, tra i salari italiani e quelli dell'Ue e degli Usa. «Negli Stati Uniti i salari stanno aumentando rileva Cottarelli - da noi in questo momento ci sono due perdenti: chi ha salari a reddito fisso e i risparmiatori. Ci guadagnano i debitori. L'inflazione ha questo problema di causare una forte redistribuzione, diventa una tassa ingiusta».

 

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