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Reddito di cittadinanza, governo spaccato: il Cdm rinvia l'ok. Modifiche in arrivo

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Il Consiglio dei ministri si spacca sul reddito di cittadinanza. Sul tavolo, in realtà, c'è un 'rifinanziamento tecnico' dei fondi per il 2021. Le risorse stanziate, infatti, complice l'emergenza Covid e la sostanziale impossibilità per chi ne beneficia di trovare lavoro, non sono bastate. Servono quindi 200 milioni per coprire gli assegni fino al 31 dicembre 2021 e il decreto fiscale, oggi sul tavolo del Governo, è la misura scelta per stanziarli.

A poche ore dai ballottaggi per le Amministrative, però, tutto è politica. È Giancarlo Giorgetti ad aprire il fronte, opponendosi "duramente" allo stanziamento. "Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile", attacca. "Hanno rifinanziato il reddito di cittadinanza levando risorse al reddito di emergenza (90mln), accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 mln), accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 mln) e ai congedi parentali (30 mln)", fanno i conti i leghisti. Stefano Patuanelli non ci sta: "sciocchezze", è la replica del ministro pentastellato che difende con forza l'assegno: "Se non ci fosse stato sarebbe esplosa la tensione sociale", è la linea. Anche il titolare del Lavoro Andrea Orlando interviene per portare a casa il rifinanziamento. "Se non fosse stato coperto, avrebbe determinato uno stop nell'utilizzo dei fondi per i percettori di reddito in stato di necessità", spiega, sottolineando come "allo stesso modo" il Governo sia intervenuto per garantire la copertura per la Cig straordinaria nel 2022 ai lavoratori di Alitalia, dossier in mano al leghista titolare del Mise. "La Lega agita bandierine - filtra dai dem - tutti i ministri sapevano di questo aggiustamento di risorse". Non solo il Carroccio, però. Anche Forza Italia e Italia viva colgono l'occasione per ribadire il loro 'no' al sussidio, dicendosi "non disponibili" a rifinanziare la misura per il 2022.

Mario Draghi e il titolare del Mef mediano. Un conto sono i fondi per il 2021, che infatti vengono messi a bilancio, quanto al 2022 - è la linea del premier - "il discorso è diverso". La volontà di palazzo Chigi è quella di "metterci mano" già nella manovra, che potrebbe essere discussa dal Cdm martedì. "La volontà politica" di "modificare" il provvedimento, viene sottolineato, è emersa da tutti gli azionisti della maggioranza. La commissione di esperti voluta da Orlando e presieduta dalla professoressa Chiara Saraceno, a giorni diramerà un report per mettere a luce le criticità e le possibili zone di intervento. Oltre alle politiche attive da implementare ci sono, ad esempio, viene riferito, alcune storture che fanno sì che i single siano più avvantaggiati rispetto alle famiglie con figli.

Le distanze in maggioranza, però, restano. Giuseppe Conte avvisa gli alleati. "Ogni giorno Salvini e Meloni si svegliano e lottano contro i sostegni dello Stato alle persone e alle famiglie in difficoltà economica. Giù le mani dal Reddito di cittadinanza, attacca su Facebook anche se schiera il M5s "al lavoro per migliorarlo sul lato delle politiche attive e di inserimento nel mercato del lavoro". Si dice d'accordo con il premier Enrico Letta: "va modificato non cancellato, cioè va reso più funzionante per quanto riguarda la fondamentale missione che è quella di aggredire le sacche di povertà che esistono nel nostro Paese ma va completamente modificato e trasformato per l'altra missione che aveva che era quella sul tema del lavoro perché su quello non ha funzionato".

In vista dei ballottaggi e della manovra, insomma, i nervi in maggioranza restano tesi. Il premier resta concentrato sugli obiettivi da portare a casa e invita i ministri a non dividersi (e a non esporsi troppo) su tamponi e Green pass. Il giorno cerchiato in rosso sul calendario perché segnava l'avvio dell'obbligo della certificazione verde per i lavoratori non ha registrato particolari criticità e questo fa ben sperare.

L'attenzione, comunque, resta alta, con l'obiettivo di immunizzare al più presto i cittadini ancora indecisi.

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