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Inps, in quarantena a casa senza stipendio: non è più malattia

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Giada Oricchio
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Tutti concentrati sul green pass, il certificato introdotto dal governo Draghi per accedere a ristoranti e bar al chiuso, palestre e piscine e per assistere a spettacoli ed eventi, quando la notizia è un’altra: l’Inps non concede più la malattia a chi si trova in quarantena per essere venuto a contatto con un positivo al Covid-19.

Il lavoratore rischia di rimetterci fino a metà dello stipendio. Il 6 agosto, sul sito dell’Istituto di previdenza è comparsa una comunicazione in cui veniva confermata l’indennità previdenziale per il 2020, ma si avvertiva: “Tuttavia, poiché per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse, l’indennità non potrà essere erogata anche per gli eventi avvenuti nell’anno in corso. Riguardo ai lavoratori “fragili”, la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero (art. 26, c. 2 d.l. 18/2020), l’Istituto erogherà la prestazione relativamente ad eventi del 2020 e solo per quelli verificatisi fino al 30 giugno 2021”.

Tradotto significa che l’isolamento non è più equiparato a malattia perché il legislatore non ha previsto un nuovo stanziamento economico per prorogare la tutela: ogni lavoratore si dovrà pagare di tasca propria l’assenza obbligatoria per legge che varia dai 7 ai 14 giorni a seconda se si è completato il ciclo vaccinale e se si è in possesso di un test antigenico o molecolare negativo. In poche parole, a casa da soli, senza stipendio e senza contributi. Se il governo non interverrà con un decreto ad hoc, il problema potrebbe essere una bomba pronta a esplodere a settembre con la ripresa della scuola e la riapertura di numerose attività chiuse per la pausa estiva a fronte della risalita dei contagi.

L’Inps aveva avvertito i Ministeri dell’Economia e del Lavoro, ma dall’esecutivo non è mai arrivata risposta, segno che non c’era interesse a una proroga: i fondi stanziati dal Cura Italia del governo Conte erano finiti e con essi terminava l'aiuto.

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