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Arriva la sorpresa del Fisco, attenti ai rimborsi delle tasse

Filippo Caleri
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Dimenticate di ottenere la detrazione del 19% nel conguaglio fiscale se, per pagare le visite mediche, ma anche la palestra dei figli o le spese per l’istruzione avete utilizzato contanti e non carte o assegni. Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate che riportano le disposizioni fiscali previste nella legge di Bilancio per il 2021 (approvata dal governo Conte bis) non lasciano dubbi in merito. «Da quest’anno la detrazione del 19% spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con modalità di pagamento tracciabili (ad esempio carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari) spiega l’agenzia fiscale. La regola non si applica «e quindi la spesa è detraibile anche se pagata in contanti» a quelle sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici e per le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Per tutto il resto e dunque per le visite dal professionista medico privato o anche presso le strutture private per fare esami clinici se si è pagato in contanti lo Stato non restituirà nulla.

 

 

 

Non solo. A saltare saranno anche tutte le spese in cash per gli altri servizi e beni che godono di una detrazione come la parcella del dentista, le spese per i corsi e le attività sportive dei figli, le rate delle polizze vita e gli abbonamenti per i trasporti pubblici. Una rivoluzione con nobili fini. Alzi la mano chi non è d’accordo con la riduzione degli spazi all’evasione fiscale. Ma che rischia di tramutarsi in una beffa per milioni di contribuenti che hanno continuato a pagare con il cash le prestazioni (il caso dell’abbonamento al trasporto pubblico è esemplare) non potranno essere riconosciuti ai fini del rimborso.

Fatta la legge ovviamente si rispetta ma, come spesso accade, trattandosi di norme a cui è stata data evidenza nella fase finale del 2020, quando i problemi degli italiani erano più legati all’epidemia di Covid e ai lockdown, molti ne hanno perso contezza. Molti altri hanno elegantemente glissato di fronte alla possibilità di pagare comunque in cash. In tanti come dimostrato da studi e ricerche sui metodi di pagamento usati nel Paese gli strumenti tracciabili (carte e conti on line per i bonifici) non li hanno proprio.

 

 

 

Così la sorpresa del fisco, che a onor del vero, non fa altro che applicare le leggi approvate dal Parlamento sta per arrivare. Intanto i Caf, i Centri di assistenza fiscale, deputati a compilare le dichiarazioni dei redditi sono già in allarme. In genere infatti il contribuente porta con sé originali e fotocopie di tutte le spese effettuate nel corso dell’anno precedente. Chi compila il modello 730 verifica e incrocia i dati presenti nella precompilata inviata dalle Entrate. E siccome nella banca dati del fisco sono riportate solo le spese sostenute con metodi tracciabili, il rischio concreto e già messo nel conto, è che alcune fatture siano da considerare non suscettibili di sconto fiscale. Nei prossimi giorni, dunque, quando la stagione delle dichiarazioni sarà nel pieno si conteranno i danni. Che cadranno ovviamente sui contribuenti meno informati.

Gli operatori consultati da Il Tempo attendono contestazioni copiose da parte dei cittadini. Ma molti di loro hanno già approntato una strategia attendista. L’obiettivo è di prendere tempo in attesa di un possibile rinvio della norma. Che secondo le indiscrezioni potrebbe arrivare nel prossimo decreto sostegni, il bis. Nelle scorse settimane la Consulta dei Caf, che rappresenta i centri fiscali, ha scritto una lettera al ministero dell’Economia per chiedere la proroga della disposizione al prossimo anno. Via XX settembre non ha ancora risposto ufficialmente ma la possibilità sarebbe stata presa in esame. Una grazia che servirebbe a evitare che l’anno del Covid, con tutte le implicazioni che ha portato nelle vite dei cittadini, porti anche un ammanco di cassa nelle loro tasche.

 

 

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