Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Europa a due facce, più tasse alle imprese per pagare il Recovery Fund

Filippo Caleri
  • a
  • a
  • a

Consiglio europeo e Parlamento trovano la quadra, per ora solo politica, sul Recovery Fund. E non solo. L'accordo dopo 10 settimane di negoziati è arrivato anche sulle risorse del budget pluriennale 2021-2027. Ma c'è la sorpresa. Per arrivare all'intesa i Paesi europei hanno dovuto accettare l'infausto scambio. Più soldi ai governi in cambio di nuo ve tasse, anche sulle imprese, dal 2026. Hai visto mai non bastassero quelle nazionali.

Così la ritrosia degli europarlamentari ad accettare le condizioni del Quadro finanziario è stata vinta con più risorse per il Parlamento che si è portato a casa 16 miliardi di euro in aggiunta al pacchetto concordato dai capi di Stato e di governo al vertice di luglio. Quindici di questi rafforzeranno i programmi Faro dell'Ue (tra cui Orizzonte Europa, EU4Health ed Erasmus+ ) per proteggere i cittadini dalla pandemia Covid-19, fornire opportunità alla prossima generazione e preservare i valori europei. Un miliardo sarà messo a disposizione di Strasburgo per aumentare la flessibilità di bilancio per far fronte a possibili esigenze e a crisi future. I parlamentari temevano un taglio delle poste di bilancio a loro dedicate ma, in ossequio alla migliore delle tradizioni delle assemblee elette, si sono messi di traverso alle richieste dei governi di sacrificarle sull'altare del Recovery fund. La tenacia ha pagato. Ma tranquilli: pagheranno i cittadini. Ancora una volta.

I fondi aggiuntivi arriveranno principalmente da importi provenienti da multe per la violazione della concorrenza leale (che le aziende devono pagare quando non rispettano le regole dell'Ue), in linea con la richiesta originale del Parlamento che i fondi generati dall'Unione rimangano nel bilancio dell'Ue. Non solo. Per ripagare il debito comune che l'Europa emetterà per racco gliere risorse sui mercati internazionali i negoziatori di entrambe le istituzioni hanno accettato il principio secondo cui i costi a medio e lungo termine del rimborso dei prestiti per finanziare il Fondo di ripresa non devono andare a danno dei programmi di investimento già approvati né generare contributi più elevati da parte degli stati membri.

Ed ecco la bastonata. La tabella di marcia per introdurre nuovi prelievi nei prossimi sette anni è stata stilata. Oltre al contributo della plastic tax della plastica a partire dal 2021, si prevede una risorsa propria basata sul sistema di scambio delle quote di emissione di carbonio (ETS) dal 2023, poi la digital tax (dal 2024), insieme a una risorsa propria basata su una imposta sulle transazioni finanziarie e, infine, ultimo ma non meno importante un contributo finanziario legato al settore delle imprese o una nuova base imponibile comune per l'imposta sulle società (dal 2026). C'è tempo. Ma le imprese sono avvisate: non appena rialzeranno la testa dopo il Covid, saranno bastonate. Questa volta da Bruxelles.

Dai blog