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Finora nessuno ha visto un euro. Per riempire le casse c'è voluta l'asta dei Btp: 23 miliardi. Il solo modo che hanno per trovare soldi è farseli dare dagli italiani? Almeno si sbrighino a renderli

Filippo Caleri
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Non ci sono più alibi. La cassa per pagare sostegni e bonus alle famiglie e alle imprese in difficoltà ora c'è. Il governo deve liquidare subito e senza burocrazia quello che a ognuno spetta. Gli italiani hanno infatti dato fiducia al Tesoro. O meglio al Paese visto che l'asta del Btp Italia, il titolo di Stato indicizzato all'inflazione appositamente studiato per invogliare i piccoli risparmiatori a investire in carta finanziaria dello Stato, ha fatto il botto. Le sottoscrizioni sono state pari a quasi 22,3 miliardi di euro. Un record che supera, di poco, anche i 22,27 miliardi totalizzati dall'emissione del novembre 2013. A trainare la raccolta, non solo i privati cittadini, che hanno investito 14 miliardi di euro. Il quinquennale agganciato all'inflazione ha stimolato gli acquisti degli investitori istituzionali, convinti dal tasso più alto (l'1,4%) rispetto all'equivalente Btp a cinque anni ordinario reperibile sul mercato secondario. Da parte degli istituzionali sono arrivate richieste per 19,5 miliardi, che il Tesoro ha soddisfatto solo in parte (8,3 miliardi) per evitare di gonfiare troppo l'emissione e di crearsi problemi al momento del rifinanziamento.  Per approfondire leggi anche: I Btp Italia partono col botto «Siamo orgogliosi del nostro forte contributo al successo del collocamento del Btp italia» ha detto Olivier Khayat, Co-Ceo Europa occidentale di UniCredit, che ha collocato il 43% dell'offerta per gli investitori individuali. Un successo, dunque, che consentirà di affrontare la fase iniziale della ripresa dopo la pandemia. Le risorse saranno usate per finanziare la dote promessa del dl Rilancio e... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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