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Furia del centrodestra: la maggioranza vuole spartirsi le partecipate in piena emergenza coronavirus

Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini

Salvini, Meloni e Berlusconi contro Pd e 5 Stelle: "Vogliono forzare le nomine nonostante il controllo del Parlamento sia indebolito. E' uno scempio, si fermino"

Carlantonio Solimene
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No alla lottizzazione delle partecipate in piena emergenza Coronavirus. E' l'allarme lanciato dai leader del centrodestra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi di fronte ai retroscena che svelano come Pd e Cinquestelle siano pronti a procedere alla grande spartizione delle principali poltrone pubbliche nonostante l'attenzione mediatica e politica sia totalmente concentrata sul contrasto alla pandemia. «Prima dell'emergenza coronavirus, i partiti della maggioranza avevano rinviato per nove mesi le nomine di Agcom e Garante della Privacy: due autorità di garanzia fondamentali, che oggi dovrebbero operare nel pieno delle loro funzioni, soprattutto in un momento nel quale è prioritario difendere i dati e la libertà personale degli italiani. Ora invece, in piena emergenza coronavirus, il governo e la maggioranza vogliono procedere al rinnovo dei vertici di enti e di aziende pubbliche. Dopo Inps e Inail è il momento delle grandi aziende di Stato, a partire da Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna» affermano in una nota congiunta i leader di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. «Noi avevamo chiesto il congelamento e il rinnovo automatico degli amministratori in carica, sia perché in questa fase non è opportuno introdurre motivi di tensione e di conflitto mentre tutte le forze dovrebbero essere orientate alla lotta all'emergenza sanitaria ed economica, sia per salvaguardare la stabilità e la continuità nella guida delle aziende in un momento delicatissimo nel quale sono particolarmente esposte alla crisi dei mercati e a manovre speculative di tipo finanziario», aggiungono. «È grave che la maggioranza voglia effettuare questa forzatura quando anche il controllo parlamentare è necessariamente indebolito. L'opposizione si chiama fuori da questa scelta infelice, che certo non va nello spirito di collaborazione responsabile più volte invocato dal Presidente della Repubblica, e quindi non parteciperà all'indicazione dei nuovi amministratori. Lasciamo a Cinquestelle, Pd e Italia viva l'irresponsabile spartizione di poltrone alla quale si stanno dedicando in un momento così delicato», concludono Salvini, Berlusconi e Meloni.

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