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Coronavirus, altro che coronabond. C'è l'accordo nella Ue: la Germania rifila il Mes a Conte

Nel piano della Germania da presentare all'Eurogruppo per l'emergenza coronavirus c'è il Mes in versione light: ai singoli Paesi non verrebbero imposti limiti da rispettare su deficit e debito

Silvia Sfregola
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European Recovery Bond, o titoli per la ripresa europea. L'idea viene rilanciata dal premier Giuseppe Conte, in una lettera alla presidente della Commissione europea. Ursula von der Leyen viene ringraziata perché, in un'altra missiva, aveva ammesso che le prime reazioni dei Paesi europei sono state dettate più dai singoli interessi comuni che dallo spirito comunitario. Ma per Palazzo Chigi, dopo la solidarietà a parole, è necessario mettere in campo vigorose iniziative economiche. Il premier auspica "un progetto coraggioso e ambizioso", con l'emissione appunto di titoli di Stato europei per finanziare gli sforzi certamente straordinari che l'Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il tessuto sociale ed economico. Conte ripete che questi titoli non servirebbero in alcun modo a condividere i debiti ereditati dai singoli Paesi del passato. Piuttosto, dovrebbero sfruttare "la vera potenza di fuoco della famiglia europea", perché "di fronte a una tempesta come il Covid-19, che riguarda tutti, non serve un salvagente per l'Italia: serve una scialuppa di salvataggio solida, europea, che conduca i nostri Paesi uniti al riparo". Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, che ha la delega al coordinamento dei dossier economici, ribadisce però che l'idea di titoli di debito comune genera, da sempre, controversie politiche. Nel corso di un videoforum, Dombrovskis spiega che ci sono altri strumenti per aiutare chi si ritroverà in difficoltà economica. Come ha ribadito la stessa von der Leyen, bisognerà disegnare un bilancio pluriennale europeo 2021-27 che diventi un vero e proprio Piano Marshall. E poi c'è il famigerato Fondo Salva Stati, il Mes. Non solo Dombrovskis, ma anche il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ne caldeggia l'uso. Ma "non dovrebbero esserci condizioni insensate - sottolinea il ministro -, come talvolta accadeva in passato". Insomma, Scholz assicura: "Non ci sarà una Troika nel paese che detta come fare politica". Certo, ma il prestito verrà erogato sulla fiducia? Chi segue il dossier dipinge un Mes 'light', simile quello immaginato dal ministro di Berlino. Secondo le prime indiscrezioni, nel memorandum d'intesa tra Mes e singoli Paesi non verrebbero imposti limiti da rispettare su deficit e debito, anche perché il Patto di Stabilità e Crescita è al momento sospeso per la pandemia. E arriva, dopo l'iniziativa "Sure" per combattere la disoccupazione, la proposta della Banca europea degli investimenti (Bei): una garanzia continentale, con uno stanziamento da 25 miliardi di euro per sostenere una leva complessiva da 200 miliardi nell'economia del Vecchio Continente. Il Consiglio dei direttori della Bei invierà la bozza di piano all'Eurogruppo di martedì prossimo, e il via libera sembra scontato. Il Fondo sarebbe alimentato da contributi dei singoli Paesi. La Bei garantisce che la liquidità sarà garantita molto velocemente, per aiutare aziende medio-piccole, a complemento e rafforzamento delle misure nazionali. Per approfondire leggi anche: Conte insiste sui coronabond ma l'Ue resta divisa

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