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Cinquanta giorni per spartirsi 500 poltrone

I candidati del Tesoro scelti entro il 23 marzo

Filippo Caleri
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Finora si ragionava al buio. Ora la scadenza per presentare le liste del ministero dell'Economia per le società quotate inizia a essere più nitida. Probabilmente i candidati a comporre i consigli di amministrazione, dai quali scegliere gli amministratori delegati e i presidenti, delle grandi partecipate dello Stato (Eni, Enel, Leonardo, Terna e Poste solo per citare le più importanti) saranno indicati entro il 23 marzo. Una data che si ricava usando le regole della prassi che, tradizionalmente, fissa la presentazione dei nomi 25 giorni prima dell'assemblea della prima quotata. Che in questo caso è quella delle Poste Italiane che si terrà, da calendario, il prossimo 16 aprile. Dunque per decidere il destino di un pezzo di economia italiana, ma anche del potere dei partiti al governo, il tempo è molto stretto: cinquanta giorni per mettere d'accordo il Pd, voglioso di potere dopo l'affermazione in Emilia Romagna, il M5s che pure essendo uscito sconfitto può usare la sua forza parlamentare per portare a casa il bottino, e Matteo Renzi che con la sua Italia Viva è pronto a rivendicare una fetta della torta. Non sarà facile mettere però mettere tutti d'accordo. Così lobbisti di lungo corso e sherpa dei partiti sono al lavoro per trovare la quadra. I primi movimenti sono stati evidenziati in particolare attorno all'Eni. La poltrona dell'attuale ad Claudio Descalzi è una di quelle più traballanti ma non è ancora chiaro chi potrebbe sostituirlo. Non l'ad dell'Enel, Francesco Starace, più volte indicato dalla indiscrezioni, che ha dichiarato ufficialmente e più volte con chiarezza di non avere nessuna intenzione di muoversi dal gruppo elettrico. Se la ricerca di esterni è ancora in corso dai ranghi interni potrebbero uscire come candidati Francesco Cao (ex Eni e oggi ad di Saipem) e Claudio Granata (oggi Chief services&stakeholder relations office). La sorpresa però potrebbe venire, per il gruppo del Cane a sei zampe, dalla scelta del presidente. Nei giorni scorsi Il Giornale ha raccontato che per la poltrona starebbe sgomitando Massimo D'Alema. Sulla cui nomina ci sarebbe già il «sì» del Partito Democratico e per la quale l'ex segretario Pd starebbe lavorando per conquistare il favore dei grillini. Resta per ora saldo in sella alla Cassa Depositi e prestiti, Fabrizio Palermo. Una posizione che fa gola all'attuale ad di Leonardo, Alessandro Profumo, ben felice di lasciare elicotteri e missili per tornare al suo vecchio mestiere della finanza. Nel caso di uscita dal palazzo di Piazza Monte Grappa dell'ex ad di Unicredit, uno dei papabili, in pista da sempre, è Domenico Arcuri, ad di Invitalia, al suo terzo mandato consecutivo nella società di investimenti pubblici che cerca da tempo incarichi a più alta remunerazione visto che dove si trova non può superare i 240mila annui. Conferma certa invece per il presidente Gianni De Gennaro. In apprensione per la riconferma ci sarebbe l'ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante, messo lì da Renzi e accusato dal suo sponsor di aver lavorato con troppo entusiasmo al Reddito di cittadinanza. Del Fante è in cerca di nuovi appoggi nel Partito Democratico e ieri sarebbe stato visto molto attivo nella folta coda di personalità attorno al segretario Dem, Nicola Zingaretti, presente alla celebrazione del decennale di ItaliaCamp a Fiumicino. Poco altro per ora si registra nel dossier. La riconferma sarebbe difficile per l'ad di Enav, Roberta Neri, molto legata al circolo renziano. Mentre, pronto a muoversi, ci sarebbe anche Cristiano Cannarsa, attuale ad di Consip.

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