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Integrazione e rilancio, la doppia sfida di Gubitosi alla guida di Tim

Luigi Gubitosi

Lascia il suo incarico di commissario straordinario di Alitalia

Silvia Sfregola
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Luigi Gubitosi è il nuovo amministratore delegato di Tim, il quarto a succedersi alla guida della principale azienda di telecomunicazione del Paese in poco più di 2 anni e mezzo. Dalla crisi di Alitalia - di cui attualmente è assieme a Enrico Laghi e Stefano Paleari commissario straordinario - Gubitosi passa alla non certo semplice gestione di Tim, con i primi due azionisti sul piede di guerra, ovvero Vivendi ed Elliott, rispettivamente al 23,9 e al 9 per cento circa del capitale sociale. In questo scenario, si colloca l'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle per l'integrazione tra le reti di Tim e di Open Fiber, un percorso, secondo i desiderata del governo, che porterebbe alla nascita di un player unico, magari a controllo pubblico. Un processo, inoltre, che pone seri dubbi anche sul fronte occupazionale: si parla di circa 22 mila addetti Tim che potrebbero essere interessati da un pesante piano esuberi, tanto che i sindacati hanno già indetto un presidio dei lavoratori giovedì prossimo davanti alla sede del ministero dello Sviluppo Economico retto da Luigi Di Maio. Oltre ai temi di natura 'politicà e 'sindacalè tipici di un 'incumbent', il nuovo amministratore delegato deve far fronte anche gli aspetti più prettamente finanziari, tra il cronico problema dell'indebitamento e una marginalità da traffici telefonici messa sempre più a dura prova. Sul tavolo dell'a.d. i dossier relativi alle cessioni di Persidera e della 'delicatà Sparkle, oltre alla possibile valorizzazione della controllata Inwit. Da gestire anche il capitolo Tim Brasil, l'ultimo 'possedimento colonialè di Tim. A fare da cornice a questo quadro, anche lo sbarco massiccio sul mercato italiano delle compagnie telefoniche 'low cost' come Iliad e Ho che stanno erodendo sempre più spazi e margini ai colossi della telefonia, anche se Tim sta dimostrando di reggere meglio rispetto ai competitor tradizionali, come dimostrato dall'ultima trimestrale approvata lo scorso 8 novembre, l'ultima 'firmatà da Amos Genish, l'amministratore delegato sfiduciato dal suo board.

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