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Il Fmi taglia stime Pil e lo spread vola. Tria: "Abbassare i toni con l'Europa"

Giovanni Tria

Gli economisti Usa distanti dalla nota di aggiornamento del Def

Carlo Antini
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Il Pil dell'Italia si avvia ad aumentare dell'1,2% nel 2018 e a rallentare poi, con un incremento di appena l'1%, nel 2019. Lo stima il Fondo Monetario Internazionale che ha lasciato invariate le previsioni di crescita del Belpaese rispetto allo scorso luglio. La stima degli economisti di Washington per il prossimo anno è ancora molto distante dai numeri della nota di aggiornamento del Def, in cui il governo scrive di aspettarsi un Pil in aumento dell'1,5% nel 2019. Rispetto ad aprile 2018, invece, le stime sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali per quest'anno e di 0,1 punti per il 2019. La revisione al ribasso rispetto ad aprile, si legge ancora nel rapporto, dipende dal "deterioramento della domanda esterna e interna e all'incertezza sull'agenda del nuovo governo". Nel frattempo lo spread tra Btp e Bund tedesco vola a 315 punti base, con il tasso del decennale italiano al 3,68% sul mercato secondario. Si tratta dei massimi dall'inizio di aprile 2013. A tutto questo ha risposto il ministro dell'Economia Giovanni Tria che, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite a Montecitorio, ha dichiarato: "Vorrei dichiarare il mio accordo con quanto detto dal presidente della Camera circa la necessità di abbassare i toni". 

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