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Arriva la Tampon Tax. Meno Iva sugli assorbenti intimi

Fisco e sanità

Valerio Maccari
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Più preservativi per lui, più assorbenti per lei. Gli sconti fiscali promessi dalla maggioranza si fanno sempre più intimi. E, rimandato a data da destinarsi il taglio dell'Irpef, la proposta di riduzione delle tasse, ora, investe preservativi e assorbenti: dalla flat tax alla tampon tax, evidentemente, il passo è breve. Così, infatti, viene chiamata la proposta di detassare gli assorbenti intimi, un classico delle sinistre nei Paesi europei – in particolare in Scozia, dove è nata l'etichetta Tampon Tax – già importata in Italia da Possibile, il movimento guidato da Pippo Civati e ora ripresa dal presidente della commissione Sanità del Senato, il pentastellato Pierpaolo Sileri. Che ha depositato un disegno di legge di due articoli che prevede di passare tamponi dall'aliquota Iva ordinaria al 22% a quella agevolata al 5%, come gli altri presidi medici. Uno sconto dovuto alla necessità inderogabile di acquisto degli assorbenti.“Parliamo di prodotti che le donne devono acquistare una volta al mese per circa 40 anni. Una battaglia logica che hanno portato avanti anche molti paesi europei. Parliamo di un presidio che andrebbe considerato medico. Come tutto quello che i cittadini usano come prima necessità legata alla propria fisiologia. Avere il ciclo mestruale e dover comprare degli assorbenti spendendo dei soldi non è una cosa che le donne possono evitare a livello fisiologico. Sembra una sciocchezza, ma non lo è”. Anche se lo sconto, dati alla mano, è difficile da apprezzare: su 6 euro di assorbenti, il taglio sarebbe pari a circa 60 centesimi. Un sostegno, certo: ma altrettanto certamente non una rivoluzione.Il gioco delle aliquote, però, piace al Movimento, che ha presentato un'altra variazione sul tema, stavolta meno di genere. Sulla piattaforma Rousseau è infatti in discussione un disegno di legge sul ‘sesso sicuro', primo firmatario il senatore pentastellato Gaspare Marinello, che prevede di abbassare l'Iva sul condom – sia maschili che femminili -, passando anche questa dall'aliquota ordinaria (22%) a quella agevolata del 10%. Obiettivo del testo è rendere i preservativi più accessibili, per sostenere ed aumentare i livelli di prevenzione, nel tentativo di far diminuire la percentuale di infezioni contratte dagli italiani, dalla clamidia all'Aids. “Le malattie e le infezioni sessualmente trasmissibili - avverte Marinello - rappresentano ancora un'emergenza sanitaria, ma se ne parla, purtroppo, ancora troppo poco. L'uso del preservativo costituisce l'unico metodo di prevenzione” ma “il prezzo in Italia continua ad essere molto elevato a causa anche dell'Iva al 22%”. Il testo, formato da due articoli, individua anche le coperture finanziarie necessarie: 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019, cifra che verrà trovata "mediante riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell'ambito del programma Fondi di riserva e speciali della missione Fondi da ripartire dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze per lo stesso anno”. A cui andranno aggiunti i circa 70 milioni di euro – lo prevedeva Civati – di sgravio per gli assorbenti, per un totale di 120 milioni di euro l'anno, oltre mezzo miliardo per l'intera legislatura.

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