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Alitalia, proposta del fondo Usa Cerberus: la prendiamo tutta noi

Filippo Caleri
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Quando il destino di Alitalia sembrava ormai quasi segnato. Nel senso che le offerte rimaste sul tavolo dei commissari incaricati della vendita indicavano in Lufthansa e in EasyJet i probabili candidati a rilervarla, arriva ll'ultimo minuto un'offerta fuori sacco che apre nuovi scenari per la compagnia. La proposta è del fondo Usa Cerberus che, secondo il Financial Times, vorrebbe prendere l'intera compagnia, evitando il cosiddetto spezzatino, ovvero l'acquisizione solo delle attività più remunerative lasciando i costi e gli oneri allo Stato. Un'offerta che arriva dopo la deadline del 16 ottobre, termine stabilito dai commissari per ricevere le manifestazioni di interesse per il vettore italiano. Secondo il Ft Cerberus avrebbe deciso di non presentare in quell'occasione un'offerta perché "ha considerato troppo restrittive le condizioni dell'offerta pubblica". Tuttavia il fondo Usa si è sempre mostrato interessato ad Alitalia e sarebbe pronta a investire tra i 100 e i 400 milioni di euro per ottenere il controllo della compagnia aerea, a patto che "venga completamente ristrutturata". Secondo ll giornale britannico Cerberus ha studiato a fondo il dossier Alitalia e si sarebbe incontrata diverse volte con i commissari designati dal governo. Il suo piano contiene anche la richiesta al governo italiano di mantenere una quota della compagnia e ai sindacati propone una forma di "condivisione dei profitti". Ft rivela anche, citando fonti vicine all'operazione, che Cerberus sarebbe pronta a fare di Alitalia una compagnia "sostenibile, competitiva e indipendente" attraverso un'offerta per l'intera società. Cerberus sarebbe anche pronta ad avviare una riorganizzazione di Alitalia prima di fare l'investimento. Anche il Ft nota comunque che da parte della autorità italiane c'è scetticismo riguardo a questa offerta arrivata fuori tempo massimo. "Ci sono regole che vanno rispettate" fanno sapere fonti italiane al Ft, secondo le quali Cerberus, non avendo rispettato le scadenze previste per le offerte (il 16 ottobre scorso), dovrebbe presentare un'offerta insieme a Lufthansa o Easyjet, oppure aspettare che si concluda la procedura di valutazione delle offerte già presentate. Aspettare. In fondo si potrebbe visto che in cassa Alitalia ha ancora parte della prestito ponte di 600 milioni assicurati dallo Stato per garantire la continuità aziendale nel corso della procedura di vendita. Soldi ai quali se ne sono aggiunti altri 300 con il decreto fiscale approvato dal governo qualche giorno fa per assicurare coperture alla legge di Bilancio. In attesa degli americani, Alitalia può ancora volare. E sognare di restare una e tricolore. 

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