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Crac Etruria, il liquidatore chiede 400 milioni agli ex amministratori

Filippo Caleri
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Qualcuno il conto del buco di banca Etruria lo deve pur pagare. Visto che finora il costo del crac è ricaduto sui risparmiatori e sullo Stato che ha risarcito in parte gli obbligazionisti della banca toscana. A chiamare in giudizio gli ex amministratori dell'istituto per risarcire i danni causati dalla loro gestione sarebbe stato il liquidatore Giuseppe Santoni che li avrebbe citati davanti al Tribunale civile di Roma per una cifra che supera i 400 milioni di euro. In tutto si tratterebbe di  37 persone: i sindaci e i componenti dei tre consigli di amministrazione che si sono avvicendati dal 2010. Tra loro Pierluigi Boschi, che a partire dal 2014 era vicepresidente assieme ad Alfredo Berni quando l'istituto di credito era guidato da Lorenzo Rosi. Ma anche i loro predecessori quando al vertice c'era Giuseppe Fornasari. Tra gli obiettivi della causa civile anche la possibilità di utilizzare il denaro proveniente dagli eventuali indennizzi per rifondere quella parte di obbligazionisti subordinati che non è riuscita a ottenere il completo rimborso dei Bond.  Secondo il liquidatore, a provocare il "buco" nei bilanci di Etruria sarebbero stati non solo comportamenti dolosi degli amministratori, ma anche colposi. I componenti dei Cda e i sindaci avrebbero erogato mutui e finanziamenti senza richiedere le necessarie garanzie. 

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