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Il governo convoca Alitalia, i sindacati confermano lo sciopero

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Katia Perrini
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Partita Alitalia sempre più dura. Se l'azienda, al momento, tace, governo e sindacati lanciano segnali d'allarme. "Seriamente preoccupato" il ministro Graziano Delrio, mentre i sindacati prospettano il rischio che la compagnia "vada a schiantarsi come il Titanic". Del piano industriale ancora nessuna traccia, il documento è atteso sul tavolo dell'Esecutivo nella prima settimana di marzo: il rischio è che in quelle pagine ci siano duemila esuberi. Un nuovo round confronto tra governo e Alitalia è atteso a brevissimo: il ministero dei Trasporti ha fatto sapere convocherà nelle prossime ore - presumibilmente già domattina - la compagnia per discutere della questione del contratto, dopo l'incontro avuto oggi pomeriggio con i sindacati che hanno espresso la loro preoccupazione sul punto. "Sulla vicenda del contratto siamo al limite della provocazione, dal primo marzo la compagnia non applicherà più il contratto ma un regolamento deciso unilateralmente e questo rischia di aggravare ulteriormente la situazione", ha spiegato Nino Cortorillo, segretario nazionale Cgil Filt. "I rappresentanti del governo hanno preso atto delle istanze espresse e, in attesa della presentazione del Piano industriale, si sono impegnati ad affrontare il tema della ultrattività del contratto collettivo nazionale in un incontro da fissare prossimamente con l'azienda", si legge nella nota del ministero dei Trasporti diffusa al termine dell'incontro, cui erano presenti per il governo il padrone di casa Graziano Delrio, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e la viceministra allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Per i sindacati erano presenti le sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, mentre Usb ha organizzato un presidio fuori dal ministero. L'incontro non è servito a scongiurare lo sciopero previsto per giovedì: "Al momento resta confermato - spiega Antonio Piras, segretario Fit Cisl - Se l'azienda fa retromarcia su tutto noi siamo disponibili". O tutto o niente, nessuna possibilità di mediazione, mentre si attende a questo punto l'arrivo del piano industriale. Il governo "ha espresso molta preoccupazione sulla liquidità e la cassa che deve sostenere l'impresa dalla presentazione del piano fino agli atti conseguenti, servirà un nuovo intervento delle banche. Questo mi sembra suffragato dal fatto che già a metà dicembre le banche hanno immesso liquidità, ci si potrebbe trovare in una situazione analoga", ha spiegato Cortorillo. "Ierviranno tempi un po' più lunghi per la procedura di asseverazione, ovvero la trasformazione dei crediti in equity", spiega Claudio Tarlazzi segretario della Uil Trasporti. "Servirebbero otto settimane ma - aggiunge - si cercherà di ridurre i tempi".

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