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Cambio al timone di Etihad. A metà 2017 lascia Hogan

James Hogan

Filippo Caleri
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Alitalia prova un nuovo decollo. Dopo l'approvazione del piano di tagli da 160 milioni di euro e il  flusso di liquidità aperto dalle banche che hanno consentito alla compagnia la sopravvivenza, arriva il nuovo tassello questa volta non strettamente legato alla società ma che comunque avrà dei risvolti importanti sulla strategia di rilancio. James Hogan, infatti, lascerà gli incarichi di presidente e ceo di Etihad, e conseguentemente anche la carica di vicepresidente di Alitalia (di cui il vettore detiene il 49%) nella seconda metà del 2017. Il manager lascia e con lui finisce dunque il progetto di espansione  ell'aviolinea degli Emirati basato sulla crescita basata su acquisizioni di compagnie in giro per il mondo. Un processo costoso e che ha generato più perdite che utili e che ha portato anche i ricchi emiratini allo stop a una politica di gestione poco redditizia Per Abu Dhabi la mossa fa parte di un "processo di transizione" inziato proprio dall'australiano Hogan l'anno scorso. Hogan che è alla guida di Etihad dal 2006 resterà comunque nel Golfo per gestire una sua compagnia di investimenti. "Sono molto orgoglioso - dice - di quello che ho fatto con Etihad per lo sviluppo degli emirati". La compagnia emiratina, lanciata nel 2003, ha una flotta di 120 aerei e altri 178 da ricevere in consegna. Oltre al 49% di Alitalia, controlla il 29% di Air Berlin, il 40% di Air Seychelles, il 19,9% di Virgin e il 3% di Aer Lingus.

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