Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Equitalia chiude, l'opposizione attacca

Katia Perrini
  • a
  • a
  • a

«Equitalia sarà trasformata in un ente pubblico economico, perderà dunque la veste di spa, anche se i suoi dipendenti manterranno il loro contratto privatistico, e sarà inserita nell'Agenzia delle entrate. Si tratta di una riforma strutturale che migliora la capacità di riscossione e ci permette di implementare rapidamente il nuovo approccio al rapporto tra fisco e contribuente basato sulla collaborazione». Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, all'indomani della firma del Quirinale sul decreto fiscale, difende la misura del Governo. Ma le opposizioni non ci stanno e attaccano. BRUNETTA: «GRANDE BUFALA». «Una grande bufala», la definisce il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta: «Equitalia - spiega - non è sparita, ha solo cambiato nome e forma giuridica. Per il resto, il nuovo mostro creato dal duo Renzi-Padoan continuerà a vessare i contribuenti, seppur sotto altro nome, Agenzia delle Entrate-Riscossione. La quale, come si legge nel decreto spuntato come un fungo la notte prima della presentazione della legge di Bilancio 2017, opererà sotto stretto controllo e indirizzo del Ministero dell'Economia e dell'Agenzia delle Entrate, ovvero delle due istituzioni che hanno scritto negli ultimi anni le peggiori leggi contro i contribuenti. Un nuovo, pericoloso, accentramento decisionale nelle mani del presidente del Consiglio, questa volta in materia fiscale. In pratica si è passati dalla padella alla brace. GASPARRI: CONTRIBUENTI RESTANO TARTASSATI. Gli fa eco il collega di partito Maurizio Gasparri: «Equitalia non scompare. Cambierà solo nome e i contribuenti continueranno ad essere tartassati come e più di prima, giacché sono stati preventivati incassi per il 2017 di quattro miliardi in più. Restano poi le difficoltà oggettive legate al trasferimento del personale da Equitalia all'Agenzia delle entrate». BUSIN (LEGA): NESSUNA ROTTAMAZIONE. «Renzi - incalza Filippo Busin, deputato della Lega Nord - ci ha preso gusto a prendere in giro gli italiani. Dopo la retromarcia sul contante, ora il governo fa l'ennesimo passo indietro e ci ripensa: non si potranno più rottamare le cartelle Equitalia relative alle multe che costituiscono la grandissima parte delle sanzioni. Come se questo non bastasse la tanto odiata agenzia di riscossione credito non chiude come aveva promesso, ma cambia solo nome e continuerà a succhiare il sangue ai cittadini come ha sempre fatto». DI MAIO: RESTANO GLI AGGI E LE MORE. E Luigi Di Maio, del M5s: «È un decreto-annuncio: cambia il nome, restano gli aggi e le more sulle multe». CAPEZZONE: ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE IN UN'UNICA BESTIA. Mentre Daniele Capezzone, deputato dei Conservatori e riformisti, ammonisce: «Accorpare in un'unica "bestia" accertamento e riscossione e mettere tutto sotto il controllo di Palazzo Chigi, è peggio».

Dai blog