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Saccomanni non esclude un'altra manovra

Il ministro: prima di interventi affiniamo le stime Ho chiesto ai colleghi di indicare i tagli di spesa

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  Non è un «no» secco quello del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, alla possibilità di una nuova manovra correttiva a fine anno. «Stiamo affinando le nostre stime, il 20 settembre verrà presentata la Nota di aggiornamento al Def, e il 15 ottobre la legge di stabilità e ho chiesto a tutti i ministri di fare la loro parte» ha risposto Saccomanni. Una risposta a metà insomma che lascia aperta l'opzione di nuovi interventi nel caso fosse necessario riagguantare il pareggio dei conti. Una possibilità tutt'altro che remota dopo l'abolizione dell'Imu e il rinvio, ancora in fieri, dell'aumento dell'Iva. Serva o meno, in ogni caso per i contribuenti non ci dovrebbero essere sgradite sorprese. Considerati i richiami della Bce e del Fmi a non aumentare le tasse per non stritolare la ripresa l'unico intervento correttivo possibile resta quello di aggredire la spesa pubblica, possibilmente con tagli efficienti che tocchino solo quella improduttiva. Anche in questa ottica Saccomanni ha spiegato che in vista della presentazione della legge di stabilità ha mandato una lettera a tutti i ministri «perché diano i loro contributi», indicando non solo le voci di spesa ma anche le coperture. Ossia, «ho chiesto loro di fornire indicazioni sulle cose che ritengono necessario fare e di dare anche indicazioni di copertura. Ho chiesto come pensano di contribuire loro stessi o come pensano di introdurre meccanismi di riforma per ridurre oneri e ricorsi al bilancio pubblico». Si tratterà di una manovra compartecipata, dunque, che dovrebbe modificare la prassi sinora in uso di ministeri restii a tagliare i loro fondi. L'ottimismo a Saccomani non manca. «Non ho alcun motivo per modificare le nostre previsioni, il profilo di ripresa dell'attività economica è un profilo su cui c'è consenso anche di altri istituti di previsione e che penso vada confermato». Saccomanni lo ha spiegato al termine della prima giornata dei lavori dell'Ecofin a Vilnius in Lituania e anche lui, sulla linea di Letta, ha rassicurato sul fatto che l'economia italiana sta per uscire da una fase di recessione. Anche a livello europeo, si nota che «la ripresa dell'economia europea è visibile ma ancora fragile. In particolare l'ultimo dato della produzione industriale è stato negativo non solo in Italia ma anche in Europa in generale». A Vilnius il responsabile del dicastero dell'Economia ha difeso le scelte del governo italiano sulla cancellazione dell'Imu. L'operazione sulla prima casa ha avuto «un carattere congiunturale», con l'obiettivo di dare «una scossa all'economia ma restando sotto la soglia del 3 per cento. Operazione non facilissima ma ci stiamo riuscendo. L'economia si sta muovendo e il tetto del 3 per cento è fuori discussione». Saccomanni ha riferito di aver rassicurato i colleghi europei sul fatto che interventi come l'Imu non sono stati influenti ai fini del bilancio e del rispetto dei parametri. «Non si era davvero capito», ha spiegato, che tali interventi hanno una natura «congiunturale» e ha quindi aggiunto ai colleghi Ue che sarà comunque introdotta la service tax che «sarà la tassa che copre il comparto immobiliare, con modalità diverse come detto fin all'inizio». Il ministro Saccomanni ha parlato anche della crisi di governo che in questo momento «sarebbe alquanto irrazionale». In occasione dell'Ecofin la Commissione europea ha chiesto informazioni sulla situazione politica dell'Italia e anche di altri paesi. Spazio infine allo spread che, nonostante le fibrillazioni è rimasto tranquillo e senza grandi scossoni è risalito a livelli ancore gestibili. «Se non ci fossero determinati fattori lo spread potrebbe essere molto più basso di quello che è». Il ministro ha affermato che «c'è una maggiore volatilità sui mercati, anche se lo spread si mantiene a un livello di vicinanza con i punti più bassi raggiunti negli ultimi tempi».

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