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Goldman Sachs ottimista sull'Ue

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Per l'istituto il 2013 sarà un anno di transizione, ma il peggio è passato

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Dopoil periodo di lacrime e sangue ora si comincia a entrare nella fase della consapevolezza che il peggio sia ormai alle spalle. Anche se non bisogna pensare di essere completamente fuori pericolo. Perché questa condizione si verificherà solo nel momento nel quale la maggiore integrazione di una nuova Europa sarà una realtà. E per ora questo traguardo finale rimane ancora lontano. Così pensano gli analisti di Goldman Sachs riguardo alle prospettive per il 2013 dei mercati finanziari europei. Nel suo rapporto diffuso ieri, la banca americana, partendo dalla premessa che il peggio è ormai alle spalle grazie all'intervento della Banca Centrale Europea, prevede per l'anno appena iniziato progressi molto faticosi sulla strada della soluzione della crisi europea, sia a causa della magnitudo stessa della crisi sia in virtù degli importanti appuntamenti elettorali previsti nell'anno, con particolare riferimento alla Germania guidata finora dalla cancelliera Angela Merkel. Goldman Sachs ritiene dunque «improbabile» che le autorità europee riusciranno a realizzare passi decisivi verso una soluzione della crisi che permetta di ricreare la fiducia e stimolare la crescita. «Di conseguenza - indicano gli economisti della banca - prevediamo un anno di deboli attività economiche». Il problema principale, osserva Goldman Sachs, rimane quello dell'immensa mole di debito accumulata nei decenni passati ma è importante al tempo stesso che in tutti i Paesi si ponga grande attenzione anche alla riduzione e all'annullamento dei deficit correnti di esercizio. Secondo la banca, i leader europei hanno dato dimostrazione di possedere la volontà politica per mantenere l'Europa unita e quindi per il 2013 non sono da prevedere scenari estremi, di break-up o di fuoriuscita di un singolo Paese, come poteva essere il caso della Grecia in assenza dell'accordo trovato a dicembre. Al tempo stesso è improbabile che si possano realizzare grandi progressi verso l'obiettivo finale di una nuova Europa ma i benefici di questa «visione», di questo progetto ultimo, inizieranno a far sentire i loro benefici. Goldman Sachs vede infine un pericolo latente, e cioè il rischio che i governi cedano alla tentazione di ridurre il problema del debito facendo ricorso all'inflazione, come si è fatto spesso in passato. Riguardo agli spread fra i diversi paesi europei, Goldman ritiene che rappresentino un valido incentivo ai governi a seguire politiche macroeconomiche e fiscali e sostenibili piuttosto che un'aberrazione figlia della crisi. In tema di fisco comunque la Goldman Sachs ha solo da dare buoni consigli considerato che, alla fine del 2012, proprio per evitare l'applicazione delle nuove più alte imposte sancite dall'accordo raggiunto tra la Casa Bianca e il Congresso per evitare il Fiscal cliff, la banca ha erogato ai suoi top manager anticipatamente azioni per 65 milioni di dollari.

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