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Visco cede la quota Generali a Cdp

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La Cassa ha tre anni per venderla Siglata l'intesa che evita a Bankitalia conflitti di interesse nell'assicurativo

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Perevitare che i voti collegati a questa porzione di capitale possano in qualche modo destabilizzare l'indipendenza della società assicurativa, un tema messo in evidenza dall'ad della De Agostini, Lorenzo Pellicioli, il Fsi dovrà votare nelle assemblee del Leone con i fondi e a sostegno delle liste di minoranza, nel rispetto della politica che Palazzo Koch adotta nelle gestione di tutte le partecipazioni azionarie che ha in portafoglio. La cessione del 4,5% di Generali al Fondo Strategico Italiano è stata motivata dalla volontà di prevenire i conflitti di interessi legati al fatto che Palazzo Kock da gennaio avrà anche la vigilanza del mercato assicurativo. Una scelta che avrebbe potuto compiere anche successivamente alla entrata in vigore delle nuove norme, ma accelerata con la soluzione di garanzia del parcheggio in un organismo pubblico, per evitare che dovesse essere messa sul mercato senza nessuna protezione. Un'operazione dietro la quale è evidente una moral suasion istituzionale per evitare destabilizzazioni nell'azionariato in un momento politico delicato e che tra elezioni e formazione del nuovo governo, rischia di lasciare il Paese con il vuoto decisionale per un periodo non esattamente quantificabile. La vendita avverrà in cambio di azioni Fsi sia privilegiate sia ordinarie di nuova emissione mentre il fondo, controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti, cederà l'intera partecipazione del gruppo assicurativo, in modo ordinato e a condizioni di mercato, entro il 31 dicembre 2015. Nel dettaglio le azioni Generali verranno valutate, come previsto dal Codice civile, al prezzo medio di Borsa nei sei mesi precedenti l'operazione. Il governatore della Banca d'Italia ha scritto una lettera ai criteri a cui il Fis si dovrà attenere nell'esercizio del voto. «Ai fini dell'elezione degli organi sociali, - si legge nella lettera - il voto è di norma espresso a favore della lista di minoranza presentata da qualificati gruppi di investitori istituzionali, con l'obiettivo di migliorare la governance societaria favorendo l'attività di controllo che questi soggetti possono esercitare. I candidati debbono comunque rispondere ad adeguati requisiti di indipendenza, onorabilità e professionalità». Completata la vendita della partecipazione nel Leone di Trieste da parte di Fsi, quest'ultimo rimborserà alla Banca d'Italia le azioni privilegiate. Intanto via Nazionale avrà una «quota stabile di minoranza» nel Fondo strategico italiano. In base all'accordo, Fsi darà corso a un'operazione di aumento del capitale sociale suddivisa in due tranche: una prima riservata a via Nazionale, da realizzarsi tramite il conferimento della partecipazione detenuta in Generali (69.777.535 azioni ordinarie, rappresentative del 4,5% circa del capitale sociale) e che comporterà l'emissione di nuove azioni ordinarie e privilegiate di Fsi corrispondenti, complessivamente, a una quota non superiore al 20% del capitale sociale. Una seconda tranche, invece, da eseguirsi tramite conferimento in denaro per un ammontare prevedibile di circa 2,2 miliardi nell'ambito dei 4 miliardi complessivi che la Cassa ha deciso di mettere nella società nata per acquisire partecipazioni strategiche.

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