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In arrivo dal 2013 cinque nuovi modelli prodotti in Italia

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L'azienda pensa alla mobilità per 19 giovani di Pomigliano

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L'amministratoredelegato del Lingotto, Sergio Marchionne, dovrebbe presentare almeno cinque nuove vetture, che saranno prodotte in Italia, in occasione della presentazione del nuovo piano di investimenti in programma per la settimana prossima. Le auto dovrebbero essere prodotte a cavallo tra il 2013 e il 2014, tranne due Maserati previste una all'inizio del 2013 e l'altra dall'autunno del prossimo anno. Giovedì prossimo, 20 dicembre Marchionne, e il presidente John Elkann si incontreranno a Melfi con le autorità locali. E proprio in quell'occasione i vertici del Gruppo potrebbero annunciare l'avvio degli investimenti, il cui ammontare non è ancora stato precisato, per i due piccoli suv targati Jeep e Fiat, come previsto dal nuovo piano industriale reso noto lo scorso ottobre. In origine, nel vecchio piano industriale, la produzione dei due modelli era prevista a Mirafiori. Non è ancora chiaro se e quando arriverà la nuova Punto. Queste mosse potrebbero consentire un miglioramento della situazione della produzione italiana dal baratro in cui è precipitata. Il quadro che è stato tracciato dall'Anfia è infatti drammatico. Tra il 2007 e il 2011 la produzione negli stabilimenti italiani si è dimezzata e l'Italia è ormai al ventunesimo posto tra i Paesi produttori. mentre quindi il piano di investimenti va avanti, resta in stand by l'ipotesi della mobilità a Pomigliano a fronte del reintegro dei lavoratori iscritti alla Fiom. La decisione definitiva sarà presa tra 30 giorni, come vuole la prassi, ma i vertici di Fabbrica Italia Pomigliano, nel corso dell'incontro di ieri con Fim, Uilm, Ugl e Fismic, hanno cominciato a delineare una possibile soluzione per l'individuazione dei 19 lavoratori che l'azienda ha deciso di mettere in mobilità a seguito della sentenza di reintegro del Tribunale di Roma di altrettanti operai iscritti alla Fiom. L'ipotesi che sarebbe stata ventilata dall'azienda al tavolo di confronto, infatti, prevederebbe l'adozione del criterio, tra i tre previsti per legge, del «più giovane assunto». Un criterio che, se adottato, comporterebbe la messa in mobilità proprio di quei 19 lavoratori Fiom reintegrati per sentenza che risulterebbero quelli con minor anzianità aziendale, dunque i più giovani. Un'opzione respinta dai sindacati al tavolo delle trattative che ha condotto alla fumata nera e alla pausa di riflessione con cui si è concluso l'incontro. A preoccupare i sindacati, che non hanno firmato per questo nessun verbale d'intesa, anche un'altra eventualità; e cioè che i 19 lavoratori individuati eventualmente con questo criterio non possano accedere alla cassa integrazione straordinaria, non avendo potuto maturare i 90 giorni necessari previsti dalla legge. Ci sono comunque ancora 30 giorni di tempo per studiare soluzioni alternative alla mobilità anche se in caso di mancato accordo il 14 gennaio 2013 l'azienda potrebbe procedere unilaterlamente. Non è però neppure escluso che i sindacati chiedano una mediazione all'ufficio regionale del Lavoro. Ieri il titolo Fiat era tra i più tonici del listino: ha chiuso inprogresso del 2,72% a 3,702 punti.

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