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Mercato dell'auto in caduta libera Fiat sorride con Chrysler e Brasile

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A novembre -20% di immatricolazioni in Italia, in crisi tutti i grandi gruppi

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Passaun mese e, puntuale, ecco arrivare il «bollettino di guerra» sulla situazione del mercato dell'auto in Italia. Secondo i dati diffudi dal ministero delle Infrastrutture a novembre le immatricolazioni hanno fatto registrare un calo del 20,1% (106.491 unità contro le 133.284 del 2011). Ad ottobre il mercato aveva segnato un -12,39%, mentre nei primi 11 mesi, da gennaio a novembre, il calo è stato del 19,72% rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. Un crollo che coinvolge praticamente tutti: da Volkswagen (-26,73%) a Opel (-33,2%) passando per Ford (-20,98%), Citroen (-24,46%), Toyota/Lexus (-10,12%), Renault (-41,7%), Bmw (-5,62%), Audi (-17,31%), Mercedes (-26,54%), Nissan (-16,9%) e Hyundai (-14,13%). Uniche eccesioni Land Rover (+18,57%), Kia (+9,74%) e Peugeot (+5,86%). Il gruppo Fiat fa segnare un -16,5% ma come sottolinea una nota della società, «in un mercato molto negativo, a novembre migliora la propria quota». Infatti, «con poco meno di 32mila immatricolazioni», Fiat «ottiene una quota del 29,7%, 1,3 punti percentuali in più rispetto a ottobre 2011. Nel progressivo dell'anno immatricola oltre 389 mila vetture per una quota del 29,6%, 0,1 punti percentuali in più rispetto al 2011». E notizie molto positive per il Lingotto arrivano dall'estero. La Fiat brasiliana da gennaio a novembre ha fatto segnare una crescita dell'11,5%. Mentre a novembre Chrysler è cresciuta del 14% negli Usa, del 5% in Canada, del 17% in Messico. Anche grazie al record di vendite negli Stati Uniti per Fiat 500 berlina (+143%) e cabrio (+41%). Per il presidente del Centro Studi Promotor GL events Gian Primo Quagliano «se dalle elezioni di primavera arriverà una ripresa della fiducia, nel 2013 il mercato dell'auto potrebbe risalire». Negativo, invece, il commento dell'Unrae, Associazione delle case automobilistiche estere in Italia e dell'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica): «Vendite e produzione nazionale ai minimi storici minano seriamente la sopravvivenza della nostra filiera in Italia».

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