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Il re del cashmere in Borsa il 3 maggio

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Ieri il primo giorno dell'offerta pubblica delle azioni che si chiuderà il prossimo 27 aprile

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Eil 3 maggio, pioniere tra gli umbri, sbarcherà in Borsa. Il re del cashmere, che da Perugia ha conquistato il mondo con i suoi pullover coloratissimi, ora è pronto per il grande salto («perché un giorno le mie figlie potranno ereditare la proprietà ma avendo alla guida dei bravi manager»). L'Offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione di 20.400.000 azioni ordinarie di Brunello Cucinelli, corrispondenti al 30% del capitale sociale al termine dell'operazione, si chiuderà il 27 aprile. Ogni azione è messa in vendita tra un minimo, non vincolante, di 6,75 euro e un massimo, vincolante, di 7,75 euro. Il lotto minimo di adesione è fissato in 500 azioni o suoi multipli, per un controvalore massimo di 3.875 euro, oppure per un quantitativo minimo di 5 mila azioni o suoi multipli con un controvalore massimo di 38.750 euro. Brunello Cucinelli, filosofo imprenditore, votato al rispetto della dignità umana e delle tradizioni, capace di nominare nel cda il suo padre spirituale, il benedettino padre Cassiano, è una perla rara nel mondo dell'imprenditoria. Per rendersene conto basta andare a visitare il suo quartier generale, nel borgo medievale di Solomeo, alle porte del capoluogo umbro, che ha completamente ristrutturato, dotandolo anche di un teatro con un cartellone vero e proprio. È lì che trova compiutezza l'ideale cucinelliano di «impresa umanistica». Perché Brunello non parla mai di profitto, preferisce altri argomenti quando incontra i giornalisti, anche se si tratta di illustrare la decisione di quotarsi in borsa. «Un'impresa che produce benessere solo per i suoi soci non può avere vita lunga - spiega convinto - la nostra quotazione deve aiutare la mia terra, i nostri artigiani, che sono pagati troppo poco rispetto a quanto è il valore finale di vendita del prodotto. Dobbiamo ridare dignità alle persone, noi vogliamo una crescita sostenibile e garbata». Che detto in tempi di crisi suona ancora più strano. Eppure Cucinelli la sua visione «armonica» la estende anche al rapporto tra banche e imprese. «Le banche ci hanno sostenuto per 34 anni - prosegue - la banca è uno dei fondamenti dell'impresa e insieme devono tornare a lavorare. Per il nostro collocamento abbiamo scelto Mediobanca, perché è la banca italiana più importante tra quelle che fanno questo mestiere». Poi spiega ancora che la quotazione arriva in un momento non molto felice per il mercato «perché è un progetto a cui lavoravamo da un anno e mezzo. Per questo non sono interessato a cosa fa la Borsa nei prossimi sette-otto giorni». Stefano Ragone, di Mediobanca, coordinatore assieme a Merrill Lynch dell'offerta di vendita, chiarisce: «L'operazione della quotazione in Borsa è stata costruita essenzialmente attorno a due fattori, quelli che hanno suscitato l'interesse delle banche: la semplicità e la scarsità. La prima deriva dal fatto che si tratta di un solo brand con un posizionamento chiaro e cristallino che fa di Brunello Cucinelli una storia rara e scarsa tra le società quotate». Il futuro? Cucinelli dice: «Dove andrà l'azienda non lo so, l'idea è che resti in famiglia». Poi, sempre in linea con la sua filosofia, aggiunge: «Non vado in Borsa per chiedere soldi, ma per aprirmi al mondo». E poi: «I grandi economisti del mondo dicono che dovremmo quotarci. Nella mia Umbria e nella mia Perugia non si è mai quotato nessuno. Io vorrei dunque provarci». Cucinelli ora punta a una «crescita sostenibile» «in modo sano» calibrato e oculato. Ossia: «Saremo più forti finanziariamente dunque potremo aprire nuovi negozi, ma in maniera estremamente garbata, cercando località bellissime, e ricordando sempre l'importanza del multibrand». Le nuove prospettiva, inoltre, non prevedono nessuna seconda linea meno costosa per stare dietro alla crisi, né profumi o linee baby (segmento in cui molti marchi del lusso si sono lanciati con succeso ma che per Brunello è «un altro lavoro»). «Un unico brand, prodotto solo in Italia, con un alto tasso di artigianalità», queste le parole d'ordine in casa Cucinelli. Il lusso made in Italy sembra, quindi, guardare lontano, nonostante le difficoltà generali. Il mondo della moda, dopo le quotazioni di Ferragamo e Prada, investe su sè stessa e ci crede. Il motto pare essere lo stesso dell'home page del sito ufficiale di Cucinelli, citando Dostoevskji: «La bellezza salverà il mondo».

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