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"Chi evade è indegno dell'Italia"

Giorgio Napolitano

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Evasori posseduti da «logiche di rifiuto irresponsabile del dovere fiscale», speculatori accecati dal «calcolo individuale», cittadini in preda a comportamenti «particolarmente asociali di aperto disprezzo verso l'interesse generale» L'ira di Napolitano esonda agli stati generali del volontariato e della Protezione Civile e si abbatte sull'Italia «peggiore», quella dei furbi dai «comportamenti devianti», degli evasori, degli abusi edilizi, dell'illegalità diffusa. Una piccola parte del Paese che per fortuna non riesce a battere «l'Italia migliore, la parte speciale del Paese, quella del volontariato e della solidarietà ma che con «un intreccio complesso» pur esiste e va combattuta con ogni mezzo. Il premier Mario Monti in prima fila ascolta e lievemente annuisce, quasi improvvisamente consapevole del gigantesco compito che ha di fronte. Da pochi minuti la «convention» della Protezione Civile (un'altra delle riforme messe in cantiere dal professore) all'università Roma Tre è scossa dall'ennesima notizia giudiziaria e lo spettro della «cricca» torna ad aleggiare sull'organizzazione che fu di Guido Bertolaso. Nessuno ne parla ma intanto Napolitano prende appunti durante gli interventi e si capisce che vuole proprio prendere la parola. Il richiamo del presidente della Repubblica è durissimo e senza possibilità di equivoci: «Speculatori ed evasori fiscali portano avanti logiche asociali e di disprezzo del bene comune e non meritano di essere associati alla parola Italia», scandisce Napolitano alla platea attenta. E prosegue come un fiume in piena: «l'Italia purtroppo presenta di sè diverse immagini ed esprime diverse logiche di comportamento. In un intreccio complesso di positivo e negativo si manifestano logiche particolaristiche asociali di scarsa considerazione se non di aperto dispregio dell'interesse generale del Paese e del bene comune». «Logiche di speculazione o di cieco calcolo individuale che – sottolinea – calpestano l'ambiente, il patrimonio storico e il territorio». Altrettanto, o forse ancor di più per il presidente, è da condannare la clamorosa tendenza di troppi all'evasione che non significa altro che rimanere «in logiche di rifiuto irresponsabile del dovere fiscale». Per fortuna c'è davvero «un Paese migliore, un'Italia speciale della solidarietà e dell'impegno civile» che rendono il Paese unito «come nazione, come società e come Stato», ricorda Napolitano raccogliendo un mare di applausi dai tanti giovani presenti a questi Stati Generali che dovrebbero finalmente definire la Protezione Civile post-Bertolaso. «L'Italia migliore prevalga su tutto quello che ci frena e ci fa trovare oggi in gravi difficoltà ad affrontare la crisi che stiamo vivendo», è l'appello finale del presidente.

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