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Fornero rassicura Fiat non chiude gli stabilimenti

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Allavigilia dell'incontro di oggi tra i vertici del Lingotto e il premier Mario Monti, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in un'informativa sulla Fiat al Senato, ha parlato di «voci destituite di fondamento» sui rischi delle fabbriche italiane e aggiunto che domani (oggi ndr) si potranno chiarire molte cose sulla presenza del gruppo in Italia. Si discuterà, infatti, «di politica industriale e di connessi piani occupazionali». A Palazzo Chigi stamattina Sergio Marchionne, che ha ricevuto per la sola Spa un compenso totale di 2,45 milioni nel 2011, a cui vanno aggiunte le stock grant del piano di incentivazione per oltre 12 milioni di euro, parlerà del futuro della Fiat. I dati di mercato non sono positivi, anche se l'ad della casa torinese ha continuato a ripetere che tutto è in linea con le previsioni: a febbraio Fiat Group Automobiles ha immatricolato in Europa 66.249 nuove vetture, registrando un calo del 16,5% e la quota è scesa dal 7,8% al 7,2%. Tra i marchi quello che va meglio è Lancia-Chrysler, in crescita del 3,1%, mentre Jeep con 2.557 immatricolazioni ha un balzo del 58,1%. Il Lingotto attribuisce la flessione in Europa alle perdite di produzione e quindi di vendite, pari a 20.000 unità, provocate dallo sciopero delle bisarche e stima un impatto negativo di circa il 10% sulle quote di mercato del mese di marzo in Italia e all'estero. Ieri gli stabilimenti di Melfi e Pomigliano sono rimasti chiusi.

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